Elezioni Francia: cosa è cambiato nel Front National dal 1997 in poi
Nella grafica realizzata da Statista per Forbes un breve confronto tra il Front National di Jean-Marie Le Pen e quello della figlia Marine basato su alcune indagini condotte da Ifop a distanza di 20 anni. Ecco che, guardando ai dati dell’istituto demoscopico francese, il voto accordato al Front National a fine anni 90 appare ancora sostanzialmente “di protesta” rispetto al resto dell’offerta politica transalpina. A quei tempi, l’84% di chi votava il partito lo faceva per “sfidare il sistema”. Tornando ai giorni nostri, con Marine Le Pen al timone da ormai 6 anni, la percentuale non supera il 60%.
La dédiabolisation messa in atto dai lepenisti, il progressivo svincolarsi dagli stilemi dell’estrema destra, ha funzionato. Grazie anche alla perdita di credibilità che ha colpito i “moderati” nell’ultimo decennio, il FN si è accreditato sempre più come forza di governo “alternativa”. Nel 1997, il 63% di chi votava FN lo riteneva “razzista”. Pensava che fosse “pericoloso per la democrazia” il 43% dei suoi stessi elettori. Adesso, queste percentuali si attestano al 38% e al 30%. Insomma, Marine Le Pen ha decisamente migliorato l’immagine del partito. In confronto a quello guidato dal padre, il FN di oggi è molto più “rispettabile” (+15%) e “in linea con il sentimento popolare” (+16%).
Elezioni Francia: cosa è cambiato nel Front National dal 1997 in poi
Detto ciò, entrambi i Le Pen hanno portato il partito al ballottaggio presidenziale. Infatti, Jean-Marie ha duellato con Jacques Chirac nel 2002. In quell’occasione, non andò oltre quota 17,8%. Da parte sua, Marine potrebbe arrivare a sfiorare il 40% secondo Ifop. Alla fine, non basterebbe comunque per conquistare l’Eliseo; Emmanuel Macron viaggia intorno al 60% delle preferenze, secondo gli ultimi sondaggi. Magra consolazione resterebbe quella di aver raccolto più del doppio dei voti presi dal padre.