Le allodole sono note per essere fatalmente attratte dal baluginio del sole.
La tecnica venatoria dello specchio sfrutta questa caratteristica dei volatili che, vulnerabili quanto inconsapevoli, si consegnano alla furia implacabile delle doppiette.
In questi giorni l’opinione pubblica, in larga parte, è concentrata a discutere di omicidi efferati, di tecniche investigative avveniristiche, di squadre nazionali prematuramente silurate ai mondiali di calcio e di “vecchie” glorie del rock che, a dispetto dell’età anagrafica, calpestano il palco con la freschezza di un ballerino.
Ci sono poi alcuni che, attratti dalla rilevanza dell’argomento, discutono dell’immunità che potrebbe spettare ai futuri senatori della Repubblica. Al riguardo, questa mattina, una mia cara amica ha espresso un’affermazione che mi ha portato a scrivere queste considerazioni.
Cosa sarà del Senato della Repubblica, se dovesse essere approvata la riforma dei “cento”?
Il Senato, a tutti gli effetti, diventerebbe una camera di nominati. I senatori non voterebbero la fiducia al governo ma concorrerebbero ad eleggere il Presidente della Repubblica, non voterebbero le leggi ordinarie ma si esprimerebbero in merito a quelle costituzionali.
Dall’altro lato dell’ingranaggio si porrebbe la Camera dei Deputati i cui membri, eletti con un sistema maggioritario corredato di un ricco premio di governabilità, accederebbero al soglio parlamentare per il tramite delle liste bloccate. Anche i deputati, a dispetto del significato etimologico del termine, verrebbero nominati, in effetti.
Qualcuno potrebbe obiettare, esaltando lo straordinario sistema delle primarie oppure il rodato meccanismo delle “parlamentarie”. Provate ad iscrivervi alle prossime primarie del Partito Democratico per la selezione dei deputati della Repubblica; quando ci sarete riusciti, fatemi sapere. Probabilmente avrete migliori possibilità di staccare il biglietto dorato per il web del MoVimento, debitamente “servicepaccato”.
In ogni caso, il nuovo Parlamento, composto da eletti non eletti, potrà esprimere le scelte che interesseranno ciascuno di noi. La Camera voterà la fiducia al Presidente del Consiglio il quale verrà indicato dal Presidente della Repubblica (scelto da nominati). Il governo, ottenuta (incassata, verrebbe da dire) la fiducia della Camera dei Deputati, potrà muoversi incontrastato.
Alla bisogna, ovviamente, i senatori saranno chiamati a votare le leggi costituzionali.
In questa cornice, come la mettiamo con il nodo inestricabile dell’immunità? Già; è l’immunità il vero problema!
La nazionale italiana si ricompatterà, l’assassino del momento rivelerà agli inquirenti nuovi, sensazionali elementi e l’opinione pubblica, indignata per l’ennesimo tentativo della politica di introdurre un privilegio inaccettabile, continuerà imperterrita a battibeccare.
A proposito, i polli battibeccano e le allodole?