“È il momento di un Manifesto dei liberalpopolari italiani in quanto consapevoli delle nuove sfide e del bisogno di nuove risposte ad esse. Autentici modernizzatori perché conservatori dei principi della tradizione nazionale”. Secondo Maurizio Sacconi, capogruppo del Nuovo Centrodestra al Senato è quello che serve all’area moderata.
Scrive Sacconi in un intervento pubblicato oggi da Libero: “La prospettiva europea -avverte- non può essere analizzata solo in termini istituzionali ma innanzitutto sulla base di un ritorno ai principi giudaico-cristiani e di una visione sulla sua evoluzione geopolitica”. “Il popolarismo italiano -dice- può infatti sollecitare gli omologhi partiti mediterranei a promuovere nell’Unione un confronto sul suo possibile allargamento verso est e verso sud quale necessaria politica di risoluzione dei conflitti e di sviluppo del commercio. E, all’interno, lo stesso confine tra Stato e società, tra pubblico e privato, appare meritevole di una riflessione che può condurre a più Stato in alcuni ambiti, come la gestione di elementi dell’umano o i presidi del mercato finanziario, e a più società in altri come il sistema di welfare“.
“Tocca poi ai popolari – spiega Sacconi – accompagnare l’evoluzione del nostro capitalismo popolare e familiare proteggendolo dal disprezzo giacobino e dalle residue ideologie di classe. Esso deve confrontarsi con la modernità della competizione globale, dalla tecnologia alla finanza, senza separarsi dalla vitalità comunitaria”.