Elezioni Francia 2017, l’analisi dei tweet: i MacronLeaks non bastano alla Le Pen
L’esito delle presidenziali francesi è ampiamente noto, con la netta affermazione di Emmanuel Macron. Il quale ha ottenuto il doppio dei voti della sfidante Marine Le Pen, conquistando il consenso di 2/3 dei votanti.
Le ultime ore di campagna elettorale sono però state interessate dalla cosiddetta vicenda dei MacronLeaks. Ovvero, la diffusione online di documenti riservati – email, fogli di bilancio, contratti e quant’altro – sottratti allo staff del candidato centrista. Un hackeraggio massiccio volto, evidentemente, ad influenzare last minute le intenzioni di voto dei cittadini francesi e sovvertire il naturale verdetto delle urne. Ma come è andata veramente?
Elezioni Francia 2017 e MacronLeaks, l’analisi dei tweet: come funziona il nostro studio esclusivo
Noi di Termometro Politico – in collaborazione con Nicola Farenga e Lorenzo Farinelli – abbiamo provato a capirci qualcosa in più. Per l’occasione è stata studiata una nuova app che fungesse da strumento di sentiment analysis, per capire gli umori del web dinanzi alle vicende che ruotavano attorno agli ultimi giorni di campagna elettorale. Uno studio che rappresenta il primo di una serie di esperimenti sul tema che il nostro team proverà a sviluppare da qui alla prossima tornata di elezioni politiche italiane.
L’app – sviluppata qui – ha utilizzato come campione il popolo che affolla uno dei principali social network a livello mondiale, ovvero Twitter. Lo studio è stato focalizzato su un panel di specifici hashtag – relativi sia a Macron che a Le Pen – i quali sono stati “intercettati” ed analizzati in base ad uno speciale ed apposito algoritmo. La scelta degli hashtag è stata effettuata in base ad un opportuno filtraggio, che ha permesso di identificare i pattern ritenuti – a livello semantico – rilevanti e correlabili ai candidati stessi. Dopodiché, l’analisi degli hashtag ha permesso di effettuarne una sorta di classificazione, “assegnandoli” ad un candidato o all’altro. Dandogli perciò un valore simile a quello espresso dalle preferenze nel segreto dell’urna.
Elezioni Francia 2017 e MacronLeaks: i risultati derivanti dall’analisi dei tweet
L’obiettivo centrale dello studio è quello di cogliere le possibili correlazioni tra risultati reali e “movimentazione” delle informazioni condivise sui social media. Il tutto mediante un’analisi delle informazioni – i dati intercettati – a livello testuale e geografico.
L’applicazione dello studio al ballottaggio delle presidenziali francesi ci ha permesso di cogliere diversi particolari. Come si può notare dai nostri grafici, i Macronleaks hanno effettivamente modificato i rapporti di forza tra i due candidati. Tuttavia, il risultato prodotto è stato effimero. Risultando più che controbilanciato dal bandwagoning – il classico “effetto carrozzone” che si sviluppa quando i giochi sono ormai fatti – a favore di Macron una volta appurata la sua conquista dell’Eliseo.
Analizzando il volume e la distribuzione geografica dei tweet possiamo notare altri aspetti interessanti. Un affollamento di “macchie gialle” – ovvero, un massiccio endorsement a favore di Macron – si può riscontrare per esempio nell’area metropolitana di Parigi. Che è, non a caso, uno dei feudi del nuovo presidente. Il quale nell’area della capitale al ballottaggio ha raccolto mediamente più dell’85%.
Un po’ fuori dagli schemi invece l’area di Le Mans, dove – nonostante la colorazione “verde”, favorevole alla Le Pen – Macron ha conquistato oltre 3/4 delle preferenze. Una spiegazione può essere data dall’endorsement del gollista François Fillon – originario proprio di Le Mans – per Macron. Un aspetto che è risultato evidentemente più incisivo rispetto al sentiment del web favorevole alla Le Pen.
Interessante anche il panorama degli umori al di fuori della Francia. Con aree pro Le Pen particolarmente diffuse negli Stati Uniti e lungo la costa occidentale dell’Africa, area un tempo inclusa nell’impero coloniale transalpino. In Europa decisamente predominante il consenso per Macron, ad esclusione del Regno Unito. Non a caso, uno dei Paesi del Vecchio Continente più in contrasto con gli ideali europeisti del nuovo Presidente francese.
Elezioni Francia 2017 e MacronLeaks: quali conclusioni trarre dall’analisi dei tweet
I risultati dello studio ci permettono di trarre sinteticamente un paio di conclusioni.
Innanzitutto, possiamo evidenziare come notizie di questo tipo non è detto che riescano a generare effetti tangibili sul risultato. Per 2 diversi motivi: la sostanza stessa della notizia oppure il profilo del candidato.
Nel primo caso, ci si può trovare dinanzi ad un’assenza di “polpa”, di concretezza. Producendo un rapido passaggio dalla fuga di notizie all’etichetta di vera e propria fake news. Un tema su cui – come abbiamo già visto in un nostro precedente sondaggio – l’elettorato dichiara di ritenersi immune.
Nel secondo caso, la “freschezza” del candidato può creare una sorta di scudo protettivo. Come nel caso di Macron, un personaggio nuovo, non ancora toccato da veri scandali, può essere considerato ancora troppo genuino per poter essere compromesso. Ed in tal caso – pur ipotizzando la veridicità delle accuse – l’effetto è di una repentina perdita di interesse da parte degli elettori nei confronti delle stesse. Un flusso che è ancor più rapido in un social network come Twitter, abile nel riflettere velocemente i cambiamenti di umore dell’elettorato. E che produce risultati molto diversi rispetto a quelli legati per esempio alle email di John Podesta. Le quali, con tutta probabilità, hanno contribuito a minare il consenso già fragile della “veterana” Hillary Clinton; tra gli elettori (indipendenti ma anche democratici). Sbarrandole così le porte della Casa Bianca. Va detto che il contenuto delle email di John Podesta, rivelato da Wikileaks, si è rivelato vero e non è mai stato contestato nella sostanza.
Elezioni Francia 2017: cosa ha influenzato il risultato finale
Ma se i Macronleaks non hanno funzionato, quali fattori hanno davvero influenzato la parte finale di campagna elettorale? Uno dei principali è stato, senza ombra di dubbio, la conventio ad excludendum contro la Le Pen. Un voto di argine nei confronti delle forze antisistema meno forte di quello subito dal padre Jean-Marie nel 2002 ma comunque sufficiente per minarne le speranze di vittoria.
Ma al di là degli endorsement pro Macron, a chiudere definitivamente la partita è stato soprattutto l’ultimo duello tv. Una sfida dalla quale la Le Pen è uscita, secondo gli analisti, con le ossa rotte. Non a caso, come abbiamo potuto notare nella nostra analisi dei sondaggi, il trend delle rilevazioni post dibattito sembra aver recepito ciò, allargando progressivamente la forbice a favore di Macron. Quella stessa forbice che, dopo l’esito del 1° turno ed il mancato sostegno del radicale di sinistra Jean-Luc Mélenchon al candidato centrista, sembrava essersi ristretta dando qualche speranza in più alla leader del Front National. E che invece, ampliandosi nuovamente, ha disinnescato qualsiasi possibile sorpresa dietro l’angolo (Macronleaks compresi). Consegnando al leader di En Marche! la poltrona dell’Eliseo.