Legge elettorale: apertura Di Maio, vogliamo scriverla con il PD
Negli ultimi tempi molte sono le “aperture” del Movimento 5 Stelle. Tra queste spicca la discussione sulla legge elettorale. Dopo l’appello del Presidente della Repubblica, che incitava le forze politiche ad un accordo sulle regole del gioco, i 5 stelle cambiano rotta e decidono di partecipare alle modifiche della legge elettorale insieme al Partito Democratico.
Legge elettorale: apertura Di Maio, vogliamo scriverla con il PD
“In questo momento vogliamo scrivere le regole del gioco insieme al partito di maggioranza, il PD, e lo vogliamo fare per due ragioni. C’è stato l’appello di Mattarella, che chiede di fare una legge elettorale in modo che ci sia una chiarezza sul risultato dopo le elezioni. Poi, il Paese è in grave crisi; non possiamo permetterci politiche in cui ancora una volta si partorisce un risultato incerto che porta ad eventuali inciuci e grandi ammucchiate”. Per questo “abbiamo fatto una proposta a Renzi e al PD” ha raccontato Luigi Di Maio ai microfoni di RTL 102.5.
“Partiamo dal Legalicum (il sistema elettorale corretto dalla sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale; quella che ha dichiarato incostituzionali parti del cosiddetto Porcellum, ndr). Ma non vogliamo essere rigidi – sempre il vicepresidente della Camera -; vogliamo andare incontro al partito di maggioranza; dire: quella è la base. Fateci le vostre proposte di correzione nell’ottica di governabilità. Significa che uno vince le elezioni e può realizzare un programma elettorale. Loro propongono dei correttivi? Guardiamoli. Poi approviamo insieme una legge elettorale condivisa”.
Legge elettorale: i correttivi maggioritari
I correttivi maggioritari che possono essere applicati ad un sistema proporzionale, premessa indiscutibile per il Movimento 5 stelle, sono tre:
- 1) Le circoscrizioni di piccole dimensioni. Alzano quella che in scienza politica è chiamata la soglia naturale. Ovvero la soglia implicita che possiede ogni sistema elettorale e che dipende dalla dimensione della circoscrizione. Quindi dal numero di seggi ad essa attribuiti;
- 2) Le soglie di sbarramento legali. Ovvero le soglie previste dalla legge elettorale che consistono in una percentuale di voti necessaria ad ogni partito in competizione per partecipare alla ripartizione dei seggi;
- 3) Il premio di maggioranza. Ovvero un bonus in seggi da attribuire ad una lista/coalizione, più votata o che raggiunga una certa percentuale di voti, perché conquisti la maggioranza assoluta degli scranni parlamentari.
Ora, se il Movimento 5 Stelle non ha mai avuto risentimenti nei confronti delle circoscrizioni di piccole dimensioni né nei confronti delle soglie di sbarramento classiche, si è sempre dichiarato avversario del premio di maggioranza; visto come un costrutto tecnico che falsa il rapporto voti/seggi a sfavore della rappresentatività.
Legge elettorale: sì al premio di lista
Ma i cinquestelle stanno cambiando rotta e non escludono l’appoggio ad una legge elettorale che preveda il premio di maggioranza. Anzi, già a fine aprile, in un’intervista al Corriere della Sera, Di Maio non solo apriva al ‘premio di governabilità’, ma anche all’abbassamento della soglia di attribuzione del bonus in seggi. Oggi è fissata, alla Camera, nella misura del 40% dei voti (accesso al 54% dei seggi).
Permane un punto fermo; ribadito dal pentastellato anche durante l’intervista a RTL: “No” al premio di coalizione; “Sì” al premio di lista. Punto fermo anche per Matteo Renzi, che si mostra, ad oggi, fedele alla concezione veltroniana del PD come ‘partito a vocazione maggioritaria’.
Legge elettorale: PD accoglie ma con cautela
L’apertura dei cinquestelle è stata accolta positivamente dal Partito Democratico, che comunque risponde con cautela: “Se Di Maio e il M5S fanno sul serio – ha dichiarato il deputato Matteo Richetti – se sono pronti ad assumersi fino in fondo la responsabilità di una legge elettorale condivisa, è possibile costruire in tempi rapidi un terreno di intesa. L’importante è che l’impostazione, anche per le liste, conservi un impianto maggioritario e che garantisca governabilità come chiesto da Renzi. Nessun ritorno a logiche da ‘proporzionale’ e restituzione di un risultato chiaro rispetto alle scelte dei cittadini”.
“Prendiamo atto che, dopo la nostra apertura sulla legge elettorale, finalmente il PD, tramite Matteo Richetti, concordi sul fatto che si dovrà necessariamente garantire rappresentanza e governabilità al Paese. Adesso spetta al partito di maggioranza dare un segnale di responsabilità istituzionale e dare avvio alla discussione in commissione sulla base di questi elementi” hanno poi risposto, in una nota, Danilo Toninelli e Andrea Cecconi.
Nel Movimento 5 Stelle, dunque, si guarda oltre il Lagalicum. In particolare si guarda al ddl Fragomeli. Questo prevede una soglia di attribuzione del premio pari al 40% al primo turno; scende al 37% nell’eventuale secondo turno, a cui accederebbero tutte le liste con più del 20%. Non a caso, continuano i cinquestelle, l’obiettivo è trovare una sintesi in commissione tra il ddl Fragomeli e Legalicum.
Legge elettorale: pronto alla premiership
Domani approderà in Commissione Affari Costituzionali della Camera il testo base della legge elettorale sul quale lavoreranno le forze politiche. In attesa del risultato finale, Luigi Di Maio si è comunque dichiarato disponibile per la premiership. Sempre, ha detto a RTL, se il Movimento 5 Stelle lo sceglierà. Ha concluso, ribadendo l’attaccamento del M5S alla sua base: “Il programma che stiamo creando con i nostri iscritti sarà pronto entro fine luglio. Verso fine settembre, individueremo il capo della squadra di Governo. Dopodiché passeremo ad individuare i Ministri che saranno presentati tutti prima delle elezioni politiche”.