Renzi ‘candida’ Mogherini agli Affari Esteri della Commissione Ue. Fuori D’Alema e Letta
Il verso sta cambiando. E nella direzione giusta. E’ questo il pensiero base di Matteo Renzi circa le istituzioni dell’Unione Europea. Aveva chiesto la fine dell’austerità per un rilancio dell’economia. Crescita, insomma. I segnali sono positivi: anzitutto perché Von Rompuy ha privilegiato la stesura di un programma piuttosto che designare alcuni nomi. Secondo poi per l’apertura, sia del belga che della cancelliera tedesca Angela Merkel, di alleggerire il vincolo di stabilità interna, rendendolo così più flessibile.
Una vittoria su tutta la linea che soddisfa Renzi. E che gli permette di fare la voce grossa, anche perché fra otto giorni risulterà accumulare anche la carica di Presidente del Consiglio dell’Unione Europea, oltre a quella di premier italiano e segretario del Pd. E la rottamazione verrà portata anche in Europa, non fermandosi perciò ai confini nazionale. Come? Escludendo i nomi di Massimo D’Alema ed Enrico Letta dalla carica di Commissario Europeo per gli Affari Esteri (sebbene la ‘conventio ad excludendum’ maggiormente prestigiosa per i due dem riguardi un’altra carica). Al prestigioso ufficio sarà candidata l’attuale responsabile della Farnesina, Federica Mogherini. Sarebbe lei a guidare la Pesc (Politica Estera di Sicurezza Comune) e la Pesd (Politica Estera di Sicurezza e Difesa).
Uno scenario possibile dopo l’accordo di metà giugno previdente di Jean Claude Juncker (Partito Popolare Europeo) alla guida della Commissione Europea e di Martin Schultz (Partito Socialista Europeo) di nuovo alla Presidenza dell’Europarlamento. Un contesto che favorisce l’Italia e Renzi, forte di una percentuale vista solo col binocolo dagli altri leader di centro sinistra europei (si pensi al flop di Hollande): quel 40,8% che, qualora naufragasse Mogherini agli Affari Esteri, sarebbe rispendibile in Paolo De Castro agli Affari agricoli e che permetterà molto probabilmente a Gianni Pittella (o Simona Bonafè, capolista Pd nel centro Italia) di ottenere la presidenza del gruppo Pse.
E poi, come scrive Angela Mauro sull’Huffington Post, è “ancora ‘libera’ la presidenza del Consiglio europeo, posto riservato agli ex premier. Gira il nome della danese Helle Thorning-Schmidt. Quanto all’Italia, non sembra correre per quel ruolo, pur avendo un candidato da sempre descritto come ‘naturale’, vale a dire Enrico Letta. Ma l’ex presidente del Consiglio non è nei pensieri dell’attuale inquilino di Palazzo Chigi in fatto di nomine europee. E pure Massimo D’Alema, anche lui in predicato di assumere ruoli importanti in Ue, sembrerebbe escluso dall’attuale girandola di candidature”.
Daniele Errera