“Troppe volte la trascrizione di un’intercettazione diventa una ferita inguaribile. Troppo spesso emozioni, sfoghi, confidenze, quasi sempre fuori contesto, finiscono sui giornali e questo non deve più succedere”. Sul capitolo intercettazioni stavolta a intervenire è il garante per la privacy, Antonello Soro.
In un’intervista al quotidiano Avvenire, il responsabile dell’Authority ammonisce giornalisti e mondo dell’informazione: bisogna “aggiornare un codice deontologico vecchio di 16 anni” chiarisce Soro. “L’indisponibilità a farlo autonomamente, può aprire le porte a un intervento del legislatore” avverte il responsabile della privacy. Nuove norme e disciplina della materia sono indispensabili in un terreno così delicato come quello delle intercettazione: “Ora – ha continuato Soro – servono regole“. “Basta intrusioni nella vita di cittadini spesso estranei alle indagini”.
Nel mirino del garante anche i rappresentanti della magistratura e delle istituzioni. È forte la “necessità da parte di tutti gli attori – magistrati, avvocati, giornalisti – di un bilanciamento tra diritti fondamentali: privacy, sicurezza, libertà di informazione” ha chiarito Soro che chiede alle procure di “fare uno sforzo in più per mettere le intercettazioni in sicurezza. Per proteggerle. Tutte. Senza nessuna esclusione”.
Soro non risparmia anche di commentare i fatti di cronaca che hanno coinvolto l’ex ministro Claudio Scajola, ora in carcere con l’accusa di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena, l’ex parlamentare di Forza Italia condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa: “Ho ascoltato su tutti i telegiornali l’interrogatorio di Claudio Scajola. Una barbarie – denuncia Soro – Mettere in onda di un detenuto in quel momento di assoluta fragilità ha fatto sprofondare il livello di giornalismo”.
Secondo il responsabile della privacy “sono cresciute forme distorsive di giornalismo, che assecondano e incoraggiano le curiosità morbose dei lettori, senza riflettere su quanto si possa danneggiare irreparabilmente la dignità di una persona e pregiudicare per sempre la sua vita di relazione”. “Non ci devono essere più fughe di notizie” avverte Soro.
Carmela Adinolfi