Salvo sorprese dell’ultim’ora, Beppe Grillo non parteciperà all’incontro con il PD sulla legge elettorale. A comunicarlo sono fonti direttamente riconducibili all’entourage del comico genovese e del movimento.
DELEGAZIONE CONFERMATA – Nessuna novità quindi a proposito della delegazione M5S che sarà presente all’incontro, con i due capigruppo del Movimento – Giuseppe Brescia per la Camera e Maurizio Buccarella per il Senato – il vicepresidente di Montecitorio Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, l’uomo delle riforme del movimento.
ITALICUM E DIFETTI GENETICI – Il senatore M5S Nicola Morra, intervistato dal quotidiano ‘La Stampa’, espone la strategia del Movimento in merito all’incontro. Partendo da un principio chiaro: l’Italicum è costruito male, ed ha il difetto genetico di “essere stato pensato per affossare una terza forza”, che nella realtà odierna è rappresentata proprio dal M5S. E ciò è grave, perchè “nessuna legge sana nasce per affossare qualcuno”.
ASCOLTEREMO IL PD – Puntando ad una legge migliore – perchè “di solito le cose buone nascono bene e vanno avanti bene” – Morra sottolinea che il Movimento presenterà la propria proposta di riforma, pur mantenendo l’apertura al dialogo, perchè “quando c’è un tavolo si va anche per ascoltare“. Morra conferma quindi la volontà di ascoltare la controparte, fermo restando che l’ultima parola “va ai cittadini attraverso il blog”. Con l’auspicio di formulare e far entrare in vigore “una legge elettorale intelligente, non ritagliata su misura per qualcuno”.
CONTRO L’IMMUNITA’ – Da Morra anche un giudizio sulla questione dell’immunità dei parlamentari, argomento al centro del dibattito politico negli ultimi giorni. L’opinione è chiara: è un istituto che “andrebbe abolito sia alla Camera che al Senato“. Concetto ribadito successivamente anche dai parlamentari Cinque Stelle con un post sul blog di Grillo: “Il recente testo del Ministro Boschi costruisce un Senato di nominati a cui solo come contentino al popolo, si toglie l’immunità per rendere più passabile la porcata. Noi abbiamo rigettato in toto la sconcia proposta, con il semplice emendamento 6.5: sopprimere l’articolo”.
Emanuele Vena