In audizione presso le commissioni Difesa di Camera e Senato, il ministro della Difesa Roberta Pinotti mette le mani avanti sulla sospensione dell’acquisto dei caccia bombardieri americani F35. “Sospensione doverosa”, ha detto il ministro, in considerazione “delle indicazioni emerse in Parlamento”, ma che implica “oneri non trascurabili” e rischia “di causare effetti particolarmente negativi in termini di sostenibilità industriale”.
In buona sostanza, lo scorso maggio la Camera, su iniziativa del Pd, ha votato per la moratoria sul contratto di acquisto, stabilendo che l’accordo andrà riscritto per in modo da prevedere il dimezzamento delle spese originariamente previste.
Dimezzamento delle spese che, come effetto collaterale, potrebbe voler dire anche forte diminuzione delle entrate. È quello che sostiene la Pinotti: “Il mancato avviamento delle attività produttive relative agli acquisti avrebbe, come diretta e immediata conseguenza, che le commesse internazionali provenienti dagli altri Paesi che hanno deciso di acquisire l’F35 sarebbero inesorabilmente dirottate verso lo stabilimento statunitense”, andando a penalizzare il sito produttivo italiano, l’unico esistente al di fuori degli Stati Uniti. Quindi, conclude il ministro, “se ci fermiamo ora, gli altri potranno sorpassarci e, a quel punto, sarà molto difficile domani riconquistare il terreno perduto”. Si pensa, soprattutto, alla stabilimento di Cameri, in provincia di Novara.