Sondaggi elettorali, la simulazione con soglie diverse: solo 4 partiti certi di entrare
Il Centro Italiano di Studi Elettorali (CISE) ha sviluppato una media sondaggi con proiezioni per seggi in base alla soglia di sbarramento. L’attuale testo di legge, il Rosatellum, vede uno sbarramento al 5% (a livello nazionale per la Camera dei Deputati; a livello regionale per il Senato della Repubblica). Con una soglia così alta, alla Camera entrerebbero, in questo momento, appena quattro partiti. Ovvero: Movimento 5 Stelle; Partito Democratico; Lega Nord; Forza Italia. Tutti gli altri necessitano – secondo i sondaggi – di un’alleanza per poter avere rappresentanza nell’organo legislativo. Chi si avvicina di più alla soglia del 5% è Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia.
Vediamo, allora, le stime proposte dal CISE dell’università privata LUISS di Roma. Come cambia la conformazione del Parlamento con soglia al 5, al 3 o al 2,5 percento?
Sondaggi elettorali, simulazioni: al 5% e senza alleanze, nessuna (o quasi) possibilità di maggioranza
Nell’ipotetico – e quasi iperbolico – caso che non si crei nessun tipo di coalizione di centrodestra, né di centrosinistra, entrerebbero alla Camera appena 4 partiti. Il PD otterrebbe il maggior numero di seggi (217) in virtú del suo 29,3%. Seguirebbe Il Movimento 5 Stelle che, con il 28,6% dei voti, farebbe entrare alla Camera 212 rappresentanti. In terza posizione, la Lega di Salvini. Il suo 13% gli varrebbe 97% seggi. Chiude il poker di partiti, Forza Italia di Silvio Berlusconi. Per lui, un 12,4% di media 2 92 seggi. Volendo tirare le somme nell’opposizione tra sovranisti e moderati – la soluzione di alleanze più plausibile in questo momento – vedrebbe 309 seggi da un lato, 309 dall’altro. In pratica, massimo equilibrio tra i due schieramenti e (quasi) nessuna possibilità di vedere una maggioranza (indipendentemente dai seggi assegnati per la circoscrizione Estero).
Sondaggi elettorali, simulazioni: al 3%, entra in scioltezza Fratelli d’Italia. MDP “borderline”
Nel caso, durante le trattative sulla legge elettorale, si abbassasse la soglia di sbarramento (evento più che probabile considerando la pressione che potranno esercitare i partiti minori), Fratelli d’Italia sarebbe praticamente certo di entrare. Il partito della Meloni potrebbe ottenere, da solo, 31 seggi (il 5% del totale, a fronte del 4,5% dei consensi). MDP di Bersani e Speranza entrerebbe per il rotto della cuffia con 20 deputati. Tuttavia, nelle ultime settimane il trend di MDP si è dimostrato decisamente negativo e, in caso non si arrivasse a nessuna alleanza nel centrosinistra (per quanto decisamente improbabile), i dissidenti ‘dem’ potrebbero essere out. In questa situazione, i quattro partiti principali vedrebbero ridotti di alcune decine di unità i propri rappresentanti. Il PD si fermerebbe a 199; M5S a 195; la Lega Nord a 88 e Forza Italia a 85.
Sondaggi elettorali, simulazioni: al 2,5% entrano anche Alfano e Fassina
Se la soglia si abbassasse ulteriormente (dal 3 al 2,5%), entrerebbero – senza necessità di alleanze – anche AP (sorto dalle ceneri di NCD) di Angelino Alfano e Sinistra Italiana di Fratoianni e Fassina. Con l’abbassamento della soglia, si favorirebbe ulteriormente la rappresentatività piuttosto che la governabilità.
Il gioco delle alleanze per raggiungere il numero magico della maggioranza sembra decisamente complicato. Nonostante Sinistra Italiana rientri prevalentemente nell’orbita del centrosinistra, la presenza di Alfano o di Berlusconi nella grande coalizione li farebbe immediatamente retrocedere (condizione ripetuta in più occasioni dai suoi esponenti). Ragionamento simile per MDP di Bersani e Speranza. Dall’altro lato dello scacchiere, i sovranisti si avvicinano alla maggioranza ma, stando alle dichiarazioni dei pentastellati, un’alleanza di governo è praticamente inviabile.
In questo gioco di posizioni, non si può trascurare l’elemento maggioritario del rosatellum che, se dovesse essere mantenuto, potrebbe cambiare la ripartizione dei seggi disegnata dal CISE. In quel caso, i partiti con maggior forza locale e regionale – quali PD e Forza Italia – potrebbero avere un plus decisivo per ottenere la maggioranza in Parlamento. Inoltre, c’è da considerare la possibilità di alleanze a priori che potrebbero rimescolare ulteriormente le carte in tavola. In definitiva, si tratta di una stima indicativa, utile per qualche riflessione sul sistema di partiti e la nuova legge elettorale, ma che non dovrebbe riflettersi in maniera precisa nelle urne e nella distribuzione dei seggi.