Tasso di occupazione in Italia, come è cambiato in 12 anni – infografiche
La crisi che ha colpito l’Italia dal 2008 a oggi ha rovesciato loghi comuni, distrutto illusioni di prosperità, cambiato tutto. O quasi.
Il problema è sempre lo stesso, mancanza di competitività, produttività, lo sappiamo. Il lavoro, tuttavia, è stato tra gli aspetti che più hanno sofferto.
Ma anche prima del 2008 non si poteva affermare che in Italia non vi fosse un problema occupazione.
Eravamo, e siamo, forse il Paese con il maggiore divario tra regione e regione, tra provincia e provincia.
Anche per questo è molto interessante osservare come è variato il tasso di occupazione nelle nostre province nel tempo.
L’Istat ci permette di farlo.
Innanzitutto nella prima infografica vediamo il tasso di occupazione oggi, è possibile passando sopra ogni provincia osservare la percentuale.
Si tratta della proporzione di persone che lavorano su quelle tra i 15 e i 64 anni. L’indice più importante nel mondo del lavoro, visto che quello sulla disoccupazione non tiene conto dei tanti inattivi.
Ebbene il gap Nord Sud è più vivo che mai.
Nelle province più sfortunate si va sotto il 40% di occupazione, come in quelle di Palermo, Catania, Agrigento, Crotone, Napoli, Caserta.
Al contrario si supera il 70% a Bologna e Bolzano, e il 68% a Milano, Lecco, Parma, Modena, Reggio Emilia.
Tasso di occupazione, dove la situazione è maggiormente peggiorata – infografiche
E’ possibile fare scorrere il tempo dal 2004 ad oggi e vedere come muta il tasso di occupazione nel tempo.
Osserviamo che nel 2008 si era sopra il 70% in molte province, non solo in 2 come oggi. Ma pure in quelle di Parma, Modena, Reggio Emilia. Mentre Palermo e Agrigento erano sopra il 40%.
Si può verificare dove la crisi ha picchiato più forte, per esempio a Olbia, che era sopra la media nazionale nel 2008 e da allora ha perso 9 punti.
E poi ci sono le curiosità, come le province che pur essendo al Centro-Nord hanno tassi di occupazione decisamente bassi, come Massa-Carrara e Imperia, sotto il 60%.
In generale però emerge come nessuna provincia del Centro-Nord abbia oggi un tasso d’occupazione minore della migliore del Sud. E questa disuguaglianza rimane la tragedia italiana.