Pensioni ultime notizie: precoci e Ape, Damiano insiste
Novità sulla riforma delle pensioni, tra le ultime notizie da segnalare le dichiarazioni di Cesare Damiano.
I lavoratori precoci, Ape e Quota 41 restano al centro del dibattito politico. Con l’entrata in vigore dei decreti attuativi è cominciata la fase di sperimentazione della pensione anticipata. Il governo ha fissato il dicembre 2018 come termine ultimo per poter usufruire dell’uscita anticipata dal lavoro. Damiano, presidente della Commissione lavoro a Montecitorio chiede di espandere la scadenza della flessibilità in uscita.
Pensioni ultime notizie: Damiano elogia Ape e Quota 41
All’interno di una nota l’ex Ministro del lavoro ha accolto con soddisfazione la possibilità di andare in pensione a 63 anni.
Ancora molto c’è da fare, troppe le lacune di un sistema pensionistico che non sta al passo con il mondo del lavoro. Ape e Quota 41 vanno nella giusta direzione, ma non bisogna mollare la presa. La misura dev’essere resa strutturale ed ampliata oltre il 2018, conclude Damiano.
Pensioni ultime notizie: precoci, accordi dimenticati
A settembre, nel corso degli incontri tra esecutivo e rappresentanti dei lavoratori precoci, sono stati siglati e messi a verbale degli accordi.
Fino a oggi nessuno ha attuato nulla e per questo il presidente di commissione chiede insistentemente al governo di agire. Bisogna immettere nella previdenza un sistema che attraverso la flessibilità permetta il ricambio generazionale. Proprio i giovani sono la categoria che verrà penalizzata maggiormente se non si studiano misure adatte.
Pensioni ultime notizie: contributivo il vero dramma
Con la riforma Dini, dal 1996 le pensioni vengono liquidate con il sistema contributivo.
Cesare Damiano conferma che il metodo di calcolo penalizza fortemente i cosiddetti ‘Millennials’, assunti tra il 1980 e il 2000. Inoltre la Legge Fornero prevede che per uscire dal lavoro occorre avere un reddito oltre determinate soglie. Nello specifico la pensione anticipata a 63 anni e 20 di contributi è concessa solo se il reddito pensionistico è pari o superiore a 1300 euro lordi mensili. In aggiunta il precariato e il lavoro saltuario non fanno che aggravare la situazione.
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