Una decisione che è a suo modo storica: il tribunale di Palma di Maiorca ha confermato l’incriminazione per frode e riciclaggio di Cristina di Borbone, sorella del nuovo re di Spagna Felipe VI, e suo marito Inaki Urdangarin. Se sarà processo, sarebbe la prima volta per un membro della famiglia reale spagnola di fronte a un giudice.
Neanche il tempo di godersi l’incoronazione della scorsa settimana, e per Felipe VI arriva dunque il primo guaio. Non certo inatteso.
La secondogenita di Juan Carlos è accusata insieme al marito di reati fiscali. Inaki Urdangarin, ex giocatore di pallamano, avrebbe incassato diversi milioni di euro attraverso Noos, una organizzazione senza fini di lucro per la promozione dello sport fondata da lui e della quale faceva parte anche l’Infanta Cristina. Noos ha incassato milioni di euro di fondi pubblici per manifestazioni di solidarietà che però non ci sono mai state.
Cristina e suo marito hanno sempre respinto le accuse. Anche la Casa Reale ha sempre difeso la 49enne secondogenita di Juan Carlos, pur ammettendo che il caso ha offuscato la popolarità della monarchia. In merito alla decisione del tribunale di Palma di Maiorca, la Casa Reale ha espresso “rispetto totale” verso la magistratura.
Il magistrato che conduce l’inchiesta ritiene che l’appoggio di Cristina avrebbe consentito a Urdangarin di truffare comuni e regioni spagnole. Cristina rischia fino a undici anni di carcere, scrive la BBC.
La decisione del tribunale di Palma di Maiorca può essere appellata prima dell’inizio del processo. Da quanto lo scandalo li ha travolti, Cristina e suo marito sono usciti dai riflettori: niente partecipazioni pubbliche alle attività della casa Reale. Cristina si è trasferita insieme ai figli a Ginevra, in Svizzera, dove lavora per l’istituto bancario di Barcellona Caixa.