“Il Grande Alibi è finito. Questa è già una grande vittoria del M5S. Ripeto: il Grande Alibi è finito”. Lo scrive su Facebook e sul suo blog Beppe Grillo, in vista dell’incontro di questo pomeriggio tra la delegazione del M5S e quella del Pd sulle riforme. Grillo rimanda a un lungo post pubblicato sul suo blog a firma Paolo Becchi, docente universitario considerato a fasi alterne ideologo del M5S. Il post prende il titolo, appunto, del Grande Alibi, che Becchi spiega così: “L’accusa più infamante, il grande alibi, è stato quello dei cosiddetti ‘voti congelatì ovviamente per convincere chi ha votato il MoVimento 5 Stelle a non ‘congelare ulteriormente il proprio votò con chi ‘non è uscito dal blog'”.
Nel post Becchi scrive che “la legge elettorale è un nodo da risolvere. Con un grande gesto di responsabilità politica, l’opposizione ha offerto al principale partito del Paese di discutere una proposta alternativa che introdurrebbe in Italia un sistema elettorale in grado di bilanciare rappresentatività e governabilità. Anche gli organi di informazione – sostiene Becchi – si sono dovuti piegare alla realtà dei fatti ed ammettere che esiste un’alternativa e questa è già una grande vittoria per il M5S”.
Anche se, prosegue Becchi, “è abbastanza difficile pensare che il matrimonio tra Renzi e Berlusconi si sciolga. Il premier per ora ha solo annunciato e deve portare a casa un risultato. Berlusconi, confermando la famigerata intesa del Nazareno, può aspirare a presentarsi come Padre costituente e chissà che re Giorgio, ormai ad un passo dall’abdicare seguendo le orme di Juan Carlos in Spagna, possa pensare ad un atto di clemenza nei suoi confronti”. Intanto su una cosa – si legge nel post – il patto Renzi-Berlusconi ha sicuramente funzionato: la legge anticorruzione è finita nel dimenticatoio di quel Parlamento sempre meno organo sovrano e decisionale. La politica può riservare sorprese, ma una cosa è certa: la fine del Grande Alibi Becchi propone una lettura di quanto accaduto nell’ultimo anno”. “Dopo il fallimento di Bersani – scrive – Giorgio Napolitano non ha neppure per un momento pensato di affidare l’incarico al M5S, prima forza politica nelle elezioni del febbraio 2013. Il M5S è così passato all’opposizione, dove ha svolto un lavoro egregio”.
Il Movimento “è coerenza – per Becchi – è un modello di buona politica che si potrebbe attuare, ma, purtroppo, di tutto questo non resta traccia. Negli organi di informazione si è parlato solo di scontrini, espulsioni, occupazione clandestina di tetti e così via”. Segue l’accusa “più infamante” mossa ai 5 Stelle, ovvero di aver ‘congelato i voti’. “Il M5S è figlio della rete – rivendica Becchi – ma nel Parlamento ha assunto con grande forza, impegno e determinazione il ruolo della opposizione che gli ha riservato per lui il Presidente della Repubblica. Per i due partiti che hanno governato insieme da decenni con il velo della finta opposizione, che si accendeva e solo a parole nei finti talk show in rete televisive da loro gestite, è stato uno shock culturale vedersi in Parlamento cittadini che hanno voluto indagare a fondo ogni singola postilla del loro mercificare”.