Est Ucraina, la tregua non regge
Ieri sera, a Donetsk, delegati russi, ucraini e dell’OSCE si sono incontrati con quelli dei separatisti che combattono nelle regioni orientali dell’Ucraina: il premier della Repubblica popolare di Donetsk, Aleksandr Borodai, in quest’occasione ha annunciato l’inizio di un “cessate il fuoco” anche da parte dei ribelli.
La tregua, però, non è durata neanche 24 ore: i separatisti hanno compiuto due attacchi ad altrettanti posti di blocco dei militari situati tra Sloviansk e Krasni Liman e tra Severodonetsk e Starobelsk: nessuna vittima. Per il governo di Kiev sarebbero invece morte almeno 9 persone nell’abbattimento di un elicottero nei pressi di Sloviansk. Gli insorti hanno riportato che, solo poche ore prima, le truppe di Kiev hanno aperto il fuoco con colpi di artiglieria contro postazioni dei filo-russi nei pressi di Semenivka. Spari nella notte da parte dell’esercito ucraino ci sarebbero stati anche nei dintorni del villaggio di Privolie, vicino Lisichansk: sarebbe rimasta uccisa una donna. Nello scontro delle opposte propagande è difficile verificare il bilancio delle vittime ma secondo l’ONU, fino ad oggi, sarebbero 423 le vittime del conflitto.
Sul fronte diplomatico da Mosca arrivano segnali incoraggianti: Putin ha chiesto alla Camera Alta di ritirare l’approvazione a intervenire in Ucraina in caso di necessità. La votazione della Duma, solo una formalità, si svolgerà domani. Mentre Poroschenko pensa all’interruzione del cessate il fuoco, lo “zar” abbraccia l’ipotesi di un prolungamento della tregua: una settimana è “insufficiente” ha dichiarato da Vienna, dove ha sottoscritto il trattato che dà il via alla costruzione della parte europea del gasdotto Southstream, a cominciare dal tratto austriaco. Inoltre Putin continua a spingere in direzione di un colloquio diretto tra le rappresentanze degli insorti e Poroschenko che, negli ultimi giorni, si è dimostrato possibilista su questa eventualità.
La situazione ucraina, nel frattempo, sta cominciando ad assumere i toni di una vera e propria emergenza umanitaria: il numero degli sfollati in Ucraina “è raddoppiato da due settimane, con un vasto movimento di popolazione, circa 15.200 individui, nelle regioni di Donetsk e Luhansk” ha spiegato il vicesegretario dell’Ufficio per Diritti dell’Uomo presso l’ONU, Ivan Simonovic. In totale, al 23 giugno, l’Alto Commissariato ONU ai rifugiati ha recensito 46.100 sfollati, di cui 11.500 provenienti dalla Crimea e circa 34.600 dall’est dell’Ucraina, ma “le cifre reali sono verosimilmente più elevate”.