Visite fiscali statali, assunzioni e permessi 104, cosa cambia
Cambiamenti in vista per i dipendenti statali. La riforma Madia della Pubblica Amministrazione sarà in vigore dal 22 giugno, e si comincia a fare i conti con i maggiori cambiamenti. Per esempio sul fronte delle assenze e delle visite fiscali in caso di malattia.
Una novità è l’accentramento in capo all’INPS dei controlli sui dipendenti in malattia, che finora venivano effettuati dall’ASL. Le diverse amministrazioni dove il dipendente assente lavora continueranno ad avere il compito dell’accertamento sulle certificazioni dei lavoratori.
A parte questi cambiamenti burocratici ve ne sono altri più di sostanza in vista. Che dovrebbero arrivare in concomitanza con il rinnovo dei contratti atteso da molti anni. E’ previsto infatti uno stanziamento a questo scopo di 1,2 miliardi, un aumento medio di 85€ che sarà ancora più consistente per i redditi più bassi. E che si aggiunge agli 80€ di bonus che ha interessato tutti i lavoratori dipendenti dal 2014.
Visite fiscali statali, le novità sugli orari, e i rapporti disciplinari
A partire dal 1 settembre vi sarà una totale omogeneizzazione tra settore privato e statale per i dipendenti. Anche per i lavoratori del pubblico ora gli orari in cui si dovrà essere reperibili in caso di malattia saranno:
- Tra le 10 e le 12 la mattina
- Tra le 17 e le 19 il pomeriggio
7 giorni su 7, compresi i giorni festivi
Si tratta in questo caso di un miglioramento per gli statali, che ora hanno l’obbligo di reperibilità per 7 ore, tra le 9 e le 13, e tra le 15 e le 18.
In caso di mancata reperibilità le sanzioni possono essere:
- riduzione dello stipendio del 100% per i primi dieci giorni di malattia;
- riduzione dello stipendio del 50% per i giorni seguenti;
- licenziamento con o senza preavviso.
Non solo, riguardo la legge 104, spesso fonte di abusi da part di alcuni furbetti, sarà previsto che le richieste di permesso dovranno venire con molto anticipo. Con una programmazione mensile dei giorni da richiedere, per non danneggiare troppo l’ufficio di appartenenza.
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