È fitta l’agenda del vertice dell’Unione europea che si apre oggi in Belgio. I leader del Vecchio Continente si incontrano per decidere la direzione da dare all’Europa dei prossimi anni. Sul tavolo le regole e le nomine, ma tutto può essere riassunto in due parole: flessibilità e Juncker.
Quasi tutti sono pronti a dare il via libera alla designazione di Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione Ue, la cui candidatura sarà poi sottoposta al voto del Parlamento Europeo il prossimo 16 luglio.
Il premier inglese David Cameron, il più determinato a bloccare la corsa del lussemburghese, negli ultimi giorni ha visto assottigliarsi la lista dei suoi alleati, dove ormai ufficialmente figura solo l’ungherese Viktor Orban. Anche Olanda e Svezia hanno dichiarato di essere pronte a sostenere Juncker. Cameron sembra determinato ad andare alla conta, ma la prospettiva non spaventa Angela Merkel, principale sponsor di Juncker: “Per la nomina di Juncker abbiamo bisogno di una maggioranza qualificata” ha dichiarato la cancelliera, “voglio sottolineare che è esattamente ciò che è previsto dai trattati, non sarà quindi un dramma se avremo soltanto la maggiorana qualificata”.
Per Cameron i margini di manovra sono ormai strettissimi ma non è escluso qualche colpo di coda. Fonti diplomatiche hanno dichiarato che “la Gran Bretagna non sta negoziando e quindi non sappiamo che cosa chiederà. Ma certo non ci aspettiamo che getti la spugna senza prima mostrare i muscoli”. Come ricordato dall’agenzia Reuters, un sondaggio ha mostrato come la maggior parte degli inglesi condivida le posizioni di Cameron.
Di nomine si discuterà comunque solo domani – stando al programma ufficiale. L’Italia potrebbe chiedere di vincolare la scelta di Juncker al riempimento delle altre caselle, prima fra tutti quella di alto Rappresentante Ue per la Politica Estera dove Federica Mogherini è in corsa. “È un’ipotesi” ha confermato lei stessa.
Capitolo programmi. Nel corso del vertice verranno decise le linee guida da dare all’Europa. È sulla miscela tra flessibilità e austerity che i leader europei dovranno trovare una sintesi. Merkel nelle scorse ore ha difeso le regole europee: “Il Patto permette la necessaria flessibilità per rendere possibile un consolidamento dei bilanci che aiuti la crescita, una crescita stabile può essere raggiunta solo con riforme strutturali sostenibili”. Un’apertura che però non è considerata sufficiente da molti leader europei, Renzi e Hollande su tutti. La stesura dell’agenda (parole comprese) sarà una delle battaglie principali che si combatteranno oggi e domani in Belgio.