Gaetano Quagliariello (NCD): “No a Berlusconi federatore dei moderati”
“Nessuna preclusione per nessuno, ma la politica ha delle fasi”. Gaetano Quagliariello (NCD), ex ministro per le Riforme, in un’intervista concessa al quotidiano ‘Corriere della Sera’ usa bastone e carota per respingere la candidatura di Silvio Berlusconi alla guida dei moderati. “Non penso che Berlusconi possa essere il federatore dei moderati, serve uno scarto politico e generazionale”. E aggiunge: “la sua proposta mi sembra orientata al mondo di ieri, mentre è a quello di domani che dobbiamo guardare”.
NON NOMI MA CONTENUTI – Per Quagliariello la fase ‘leaderistica’ del centrodestra deve finire, concentrandosi più sui programmi che sugli uomini forti. “Non possiamo partire dai nomi, ma dai contenuti”. E annuncia tre proposte da parte del Nuovo Centrodestra: semipresidenzialismo, riforma della giustizia e un nuovo patto fiscale basato su una flat tax che favorisca le famiglie.
BASTA DIVISIONI SU BERLUSCONISMO – Gaetano Quagliariello ritiene concluso il ventennio in cui le divisioni tra schieramenti politici erano legate alla figura del fondatore di Forza Italia. “Non c’è più un bipolarismo basato su berlusconismo e antiberlusconismo, e non basta più la chiamata a schierarsi tutti di qua o tutti di là”, aggiungendo come l’unione dei moderati vada fatta “tenendo conto del quadro politico che viviamo oggi”. E perciò “scampato il pericolo di un nuovo bipolarismo Renzi-Grillo, sistema contro antisistema, ora serve un bipolarismo europeo”. E respinge l’ipotesi di coinvolgere la Lega Nord nel nuovo progetto dei moderati.
IL RUOLO DI NCD NEL GOVERNO – Quagliariello ammette il ruolo contenuto del Nuovo Centrodestra all’interno del governo: “la nostra forza e’ quella che e’ e per farci sentire dobbiamo alzare i toni”. E, nel sottolineare ciò, chiede anche il sostegno dell’opposizione, a partire proprio da Forza Italia.
IMMUNITA’ E RIFORME – In un lungo editoriale pubblicato su ‘Huffington Post’, Gaetano Quagliariello esprime rammarico per l’eccessiva attenzione dedicata al tema dell’immunità parlamentare – punto considerato comunque di rilievo, in quanto “ne va della separazione dei poteri e della loro autonomia” – che ha avuto l’effetto di mettere in secondo piano i passi avanti compiuti sulle riforme. L’esponente NCD è chiaro: se il Senato è chiamato a concorrere a cambiare la Carta Costituzionale è “ovvio che debba ricadere sotto l’articolo 68“, e quindi “montarci sopra un caso appare nulla più che un esercizio da anime belle”.
I PASSI AVANTI – Per Quagliariello la riforma in discussione “crea quella camera di compensazione che è mancata nello strampalato Titolo V del 2001”.Tra gli altri aspetti positivi – alcuni obiettivi ben precisi di NCD – l’esponente alfaniano sottolinea la riduzione del numero dei Sindaci nel Senato (perchè sono figure che “amministrano e non legiferano”) e dei nominati dal Quirinale e una delegazione proporzionale alla popolazione regionale. Il punto chiave su cui ancora decidere è la ‘legittimazione’ del Senato: “per noi sarebbe preferibile che a eleggere un Senato che ha poteri di revisione costituzionale sia il popolo sovrano, e su questo faremo la nostra battaglia”.
ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – Un’altra battaglia del Nuovo Centrodestra sarà l’elezione diretta del Capo dello Stato. “Riformato il bicameralismo, rimesso a posto il Titolo V, riteniamo che i tempi siamo maturi perché l’architettura istituzionale possa trovare una sua stabilizzazione complessiva. E questo può avvenire soltanto attraverso l’elezione diretta del Presidente della Repubblica”. E annuncia una raccolta di firme a sostegno del progetto di legge di iniziativa popolare di stampo semipresidenzialista presentato in Cassazione.
Emanuele Vena