Martedì 13 ottobre 2015 la avevamo lasciata così. Destinazione Palazzo Madama dopo il sì di Montecitorio con 310 voti a favore, 66 contrari ed 83 astenuti. Un anno e mezzo dopo, dal dimenticatoio, la legge sullo Ius soli torna a far parlare di sé. E lo fa in maniera rumorosa. Con la bagarre al Senato di giovedì pomeriggio. Con la rivolta della Lega contro la maggioranza che premeva verso l’approvazione del ddl già incardinato.
Il provvedimento modifica la legge già licenziata dal parlamento quindici anni fa. Dallo ius sanguinis, infatti, si passa ad uno ius soli temperato. Ovvero, un diritto di cittadinanza per i minori nati da quei genitori stranieri in possesso di un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo di 5 anni. Permesso che viene rilasciato, naturalmente, in presenza di alcuni requisiti. Economici, innanzitutto: il reddito del richiedente non inferiore alla quota di assegno sociale e disponibilità di alloggio. Culturali, perché il permesso viene rilasciato previo il superamento di un test di conoscenza della lingua italiana. Legali, perché il richiedente deve essere titolare di un permesso di soggiorno in corso di validità da 5 anni.
Allo ius soli temperato, si aggiunge lo ius culturae. In pratica, può diventare di diritto cittadino italiano quel minore che, nato in Italia o giunto nel Bel Paese entro i 12 anni, abbia concluso nel nostro Paese un ciclo di 5 anni. Per chi ha più di 12 anni, invece, si parla di naturalizzazione. Che può essere concessa a due condizioni: dimostrando di essere residenti nel nostro Paese da sei anni, oltre alla conclusione di un ciclo scolastico di cinque anni.
Ius soli, dalla campagna elettorale attacco del centrodestra
Il tutto avviene mentre impazza nuovamente la polemica sui voucher, ma non solo. Il tema, infatti, si presta alla campagna elettorale per i ballottaggi. Dove, a fronteggiarsi, saranno il centrodestra – strenuo oppositore della legge – ed il centrosinistra, suo promotore. Con tutte le polemiche del caso.
Da Genova parte l’offensiva dei leader di centrodestra, impegnati nella campagna pro Marco Bucci. “Approvare lo Ius soli in piena emergenza immigrazione, mentre le nostre aziende chiudono, i commercianti soffrono, i giovani fuggono in cerca di lavoro. È questa la priorità del Governo e del Pd? Vi sembra normale?” scrive in una nota il governatore della Liguria Giovanni Toti.
“Faremo tutta l’opposizione possibile e se non basterà siamo disposti a trascorre luglio e agosto in strada con i banchetti a raccogliere le firme per un referendum per cancellare la legge sulle cittadinanze facili” ha affermato sabato, invece, Matteo Salvini a margine di una iniziativa elettorale ai mercati di Certosa.
Anche Grillo contro legge Ius soli: “Pastrocchio invotabile”
La definisce un “pastrocchio invotabile”, invece, Beppe Grillo. “È vergognoso”, scrive sul blog, “tenere il Parlamento in stallo per discutere di provvedimenti senza capo né coda, mentre non si fa nulla per dare una mano alle famiglie italiane che si trovano in grande difficoltà economica”.
Gli fa eco Luigi Di Maio che, in un’intervista a Libero, annuncia l’astensione dei pentastellati. “È mai possibile che prima di pensare al lavoro, o a un piano per dare incentivi e sgravi alle imprese che assumono giovani, oppure a un reale sostegno per le famiglie monoreddito con figli a carico, il Pd pensi a far approvare lo ius soli?” si chiede il vicepresidente della Camera. Che aggiunge: “è un tema che riguarda tutta l’Europa perché con le regole attuali chi diventa cittadino italiano ha lo status di cittadino Ue”.
Ius soli, Speranza e Casini contro la Lega
Centro e sinistra passano, invece, al contrattacco. Il premier Paolo Gentiloni, dalla Repubblica delle Idee di Bologna, ha parlato di “atto di civiltà”. Per il presidente del Consiglio, il tema riguarda anche la sicurezza dell’Italia. “La via contro la radicalizzazione non è la costruzione di muri, ma quella del dialogo e l’inclusione” ha spiegato Gentiloni.
Anche per Mdp, la nuova legge sulla Cittadinanza è un “atto di civiltà”. A dirlo è il coordinatore del movimento, Roberto Speranza, il quale attacca Lega e Cinque Stelle. “Da Lega e Grillo una penosa ricerca di qualche voto in più speculando sulla paura” ha affermato.
Anche Pierferdinando Casini condivide questo pensiero. “Il nostro paese invece di andare avanti torna indietro ed emerge la barbarie di chi sull’immigrazione vuole fare campagna elettorale” dice a Repubblica il leader dei Centristi per l’Europa, invitando il centrodestra a non seguire “i boati”. Più sfumata, la posizione di Idea. Parlando di “errore” ed “omissione” micidiali all’interno della legge, l’ex ministro Carlo Giovanardi, propone che la cittadinanza sia attribuita al minore al momento dell’iscrizione al primo anno della scuola dell’obbligo, naturalmente dopo una verifica della sua capacità di esprimersi nella nostra lingua”.