Il miglior sport italiano è quello di scaricare le colpe e di trovare capri espiatori. Adesso nessuno aveva creduto nella nazionale di calcio che è stata eliminata ai mondiali e, adesso, si è trovato il responsabile di tutto: Mario Balotelli.
Ecco come è finito il mondiale. Non c’è nessuno che abbia detto, in onore dello sport e dello spirito di educazione di milioni di giovani che lo seguono, che nel calcio si perde e si vince. Si può anche perdere. E quando questo accade non è saggio accusare tutti, arrivare al limite delle offese, scatenare polemiche sterili e accusatorie.
Altrimenti non è più sport. È come se si ritornasse nelle arene dei gladiatori nell’antica Roma, dove un capriccio, un pollice verso o alzato, decideva la sorte del perdente. Qui stiamo parlando di sport: c’è un vincitore e uno sconfitto e sia il primo che il secondo devono essere fieri di avere partecipato.
L’unico in queste ore che mi è sembrato andare più vicino a questa modo di vedere le cose è stato proprio Balotelli che questa volta ha scritto, ha detto la sua. A modo suo certo, ma l’ha detta: Ecco alcuni passaggi del suo scritto:
“Sono Mario Balotelli e non ho scelto di essere italiano (ma) l’ho voluto fortemente perché sono nato in Italia e ho sempre vissuto in Italia. Ci tenevo tantissimo a questo mondiale e sono triste, arrabbiato, deluso con me stesso. Si, magari potevo fare gol… avete ragione ma poi? Poi qual è il problema? … Questa volta non mi faccio scaricare la colpa perché Balotelli ha dato tutto per la nazionale e non ha sbagliato niente (a livello caratteriale) quindi cercate un’altra scusa perché Mario Balotelli ha la coscienza a posto ed è pronto ad andare avanti più forte di prima e con la testa alta”
Per uno come Balotelli che è stato descritto come un giovane con nella testa solo il calcio, strafottente, egocentrico mi sembrano parole che forse pochi altri professionisti del calcio saprebbero pronunciare.
Ma Mario Balotelli continua, e nelle parole che seguono esce quel “complesso” che un comportamento razzista negli stadi, nel mondo del calcio e anche nella società probabilmente gli ha inculcato. Balotelli continua, sempre in terza persona:
“Fiero di avere dato tutto per il suo paese. O forse, come dite voi, non sono italiano. Gli africani non scaricherebbero mai un loro “fratello”. MAI. In questo noi negri, come ci chiamate voi, siamo anni luce avanti”.
Infine la parte accusatoria, che personalmente trovo la più giusta, la più forte, la più azzeccata. Eccola:
“VERGOGNA non è chi può sbagliare un gol o correre di meno o di più. VERGOGNOSE SONO QUESTE COSE. Italiani veri! Vero?”
Per quanto mi riguarda: Bravo Mario!