Italia, perché non Guidolin?
Da almeno due giorni attorno all’ Italia del dimissionario Cesare Prandelli aleggiano due discorsi piuttosto delicati: “Balotelli ci ha stufato” e “indovina il prossimo ct”.
In teoria la partita più delicata per la Nazionale azzurra si gioca ai piani alti della Federcalcio, la quale deve far fronte alle prevedibili dimissioni di Abete. Tuttavia non c’è paragone in termini di interesse tra la scelta del prossimo commissario tecnico e quella del presidente federale.
Chi pensa che l’addio di Abete possa coincidere con una riforma a tutto campo del nostro calcio rischia di cadere in depressione: tra i sostituti figurano tutti quei membri dell’apparato istituzionale sportivo che da anni hanno portato il calcio italiano al secondo posto, dopo l’Albania, nella speciale classifica dei campionati con maggior tasso di corruzione.
Nella speranza (al momento assai improbabile) che si verifichi una svolta reale all’interno delle istituzioni non resta che dedicarci al vuoto ma divertente indovinello che riguarda il nuovo ct.
Se la scelta del selezionatore dipendesse dai tifosi e non dalla Federazione chi potrebbe fare le valigie per Coverciano?
I nomi più in voga sono Mancini, Spalletti e Massimiliano Allegri. I primi due hanno esperienza internazionale e un curriculum importante, tuttavia grava sulle loro chance il pesantissimo ingaggio. Allegri dal punto di vista economico sarebbe più conveniente, ma l’ultima traumatica stagione con il Milan vive ancora nella mente di tutti i tifosi dello stivale, poco convinti da un allenatore che non ha saputo dare un’identità precisa alla squadra rossonera.
Esiste però un’altra ipotesi, totalmente differente dai nomi già citati e che rappresenterebbe un “ritorno all’antico” per la nostra Nazionale: Francesco Guidolin.
L’ex allenatore e attuale supervisore tecnico dell’Udinese ha ricevuto l’endorsement di pochi ma rilevanti giornalisti italiani, tra cui Italo Cucci.
Pur non potendo contare su un palmarès importante Guidolin rappresenta il ruolo del vero “maestro di calcio”, plasmatore di talenti e instancabile sfornatore di giovani promesse. Sul carattere della persona c’è ben poco da dire e difficilmente è possibile trovare un esempio migliore di professionalità e dedizione al lavoro, ma soprattutto la scelta di Guidolin rivoluzionerebbe la via intrapresa dalla Federazione negli ultimi anni.
Schivo, timido e poco “legato” ai giornalisti, Guidolin preferisce lavorare sul campo piuttosto che apparire in televisione, dote rara ma allo stesso tempo essenziale per chi sarà chiamato ad una missione difficilissima: rifondare un progetto tecnico che si è sciolto nell’asfissiante caldo brasiliano.
Naturalmente non si può prescindere dalla volontà e dal contratto che lega Guidolin alla sua amata Udinese, tuttavia il suo nuovo ruolo di “supervisore tecnico” appare a molti come una forzatura e una pressione ulteriore che grava sulle spalle del nuovo mister friulano Andrea Stramaccioni.
Dopo anni di gavetta e di fatiche la panchina della Nazionale sarebbe un meritato riconoscimento per chi ha sempre saputo insegnare calcio conciliando stile, educazione e sportività alla voglia di vincere e migliorarsi.