Sondaggi elettorali Ferrari Nasi: ecco come è cambiato l’elettorato del Movimento 5 Stelle (e non solo)

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Sondaggi elettorali Ferrari Nasi: ecco come è cambiato l’elettorato del Movimento 5 Stelle (e non solo)

Un elettorato sempre più di sinistra. Questo l’identikit del popolo del Movimento 5 Stelle, stando all’analisi condotta in uno dei sondaggi elettorali di Arnaldo Ferrari Nasi per il quotidiano Libero.

Secondo l’esperto, l’elettorato pentastellato nel giro di 4 anni ha perso una fetta considerevole della sua componente di centrodestra. Se nel 2013 un grillino su 4 si considerava di centrodestra, ora lo è meno di 1 su 10.

Quali sono invece le componenti che hanno preso il sopravvento? Non certo quella di destra più estrema, che resta pressoché stabile rispetto a 4 anni fa. A crescere è soprattutto la fetta di grillini di centro e di centrosinistra. Questi ultimi ora rappresentano la maggioranza assoluta (54%) dell’elettorato M5S, ben 8 punti in più rispetto al 2013. Aumento simile per la frangia centrista, passata dal 22 al 31%.

Secondo l’analisi di Ferrari Nasi, questo porta alla creazione di una sorta di doppio centrosinistra. Basato sulla contrapposizione tra “nuovo” e “vecchio” o – stando agli ideali pentastellati – tra “onesto” e “disonesto”. Un dato che, secondo l’esperto, può rivelarsi un assist per il centrodestra, a partire dagli imminenti ballottaggi per le elezioni comunali.

Sondaggi elettorali: come è cambiato l’elettorato del Movimento 5 Stelle (e non solo)

Ma come è cambiato nel dettaglio l’elettorato del Movimento 5 Stelle e degli altri principali schieramenti? Secondo Ferrari Nasi i grillini hanno perso appeal in particolar modo tra uomini, laici, giovani e più istruiti. Tre settori che – guarda caso – hanno alimentato corposamente il bacino dei “delusi”. D’altronde, già nel 2015 solo 2 grillini su 3 dichiaravano di essere soddisfatti del proprio partito e di essere pronti a rivotarlo.

Nettamente inferiori per il M5S sono invece i cambiamenti per quanto riguarda il voto per fasce di reddito. Su questo versante si nota invece un calo considerevole del PD e dell’area alla sua sinistra soprattutto tra le aree a PIL più basso. Si nota anche un netto passo indietro tra i meno istruiti (PD) e i laici (sinistra radicale). L’area politica progressista cresce invece tra i più anziani e fa breccia in particolar tra donne (PD) e maschi (sinistra più radicale).

E il centrodestra? L’elettorato conservatore sembra cambiare decisamente forma, ringiovanendo in maniera consistente (e facendo breccia tra le donne) e crescendo in particolar modo nelle aree a reddito medio-basso e tra i meno istruiti.

(Nota metodologica – si veda in calce alla seconda immagine presente nell’articolo)

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