Elezioni comunali 2017: analisi del voto e flussi elettorali

Pubblicato il 26 Giugno 2017 alle 14:56 Autore: Emanuele Vena
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Elezioni comunali 2017: analisi del voto e flussi elettorali

Con le urne ormai chiuse da ore è opportuno analizzare le cifre ed i flussi derivanti dal verdetto relativo alle elezioni comunali 2017, a seguito del primo turno dell’11 giugno e dei ballottaggi del 25 giugno.

I risultati relativi ai comuni capoluogo evidenziano il netto successo del centrodestra, che passa da 6 a 16 comuni amministrati. Percorso quasi opposto per il centrosinistra, che passa da 15 a 6. Raddoppia il bottino dei candidati civici, che passano da 1 a 2 con l’addio di Pizzarotti al M5S. Contestualmente, i pentastellati con Parma perdono l’unica loro amministrazione uscente e restano a bocca asciutta.

Il dato relativo ai flussi elettorali certifica inoltre la forte difficoltà delle amministrazioni uscenti. Sono ben 17 dei 24 comuni capoluogo (a cui va aggiunto Trapani, che sarà commissariato) ad aver cambiato casacca. Ovvero, il 68% delle amministrazioni uscenti.

elezioni comunali 2017 - analisi del voto e flussi elettorali nei comuni capoluogo

Elezioni comunali 2017, analisi del voto: la crisi del centrosinistra nei comuni capoluogo

Per quanto riguarda il dettaglio dei flussi, nonostante il cattivo risultato complessivo il centrosinistra riesce a strappare al centrodestra due comuni di un certo peso come Padova e Lecce. In entrambi, peraltro, riuscendo a sovvertire il dato del primo turno. Che vedeva il candidato di centrodestra avanti di ben 11 (Padova) e 16 (Lecce) punti.

Interessante in particolar modo il dato di Lecce, che vede il candidato di centrodestra inchiodato al 45%, stessa percentuale del primo turno. Un dato che, contestualmente al crollo dell’affluenza di oltre 17 punti – pari a circa 13 mila elettori in meno – rispetto a 15 giorni fa, rende ancor più notevole il recupero effettuato al ballottaggio dal nuovo sindaco Salvemini, che quasi raddoppia la propria percentuale e guadagna addirittura 7 mila voti rispetto al primo turno.

Quella di Cuneo è invece una conquista “a metà”. A vincere è infatti il sindaco uscente Borgna, spostatosi rispetto alla legislatura precedente dal centro verso il centrosinistra. Discorso simile vale per Palermo. Con il PD che stavolta ha deciso per il supporto al rieletto Orlando, vincitore 5 anni fa proprio in contrapposizione al candidato ufficiale del centrosinistra. Sono 2 invece i comuni capoluogo che il centrosinistra riesce a conservare, peraltro vincendo solo sul filo di lana: Taranto e Lucca.

Elezioni comunali 2017, analisi del voto: il successo del centrodestra

Le buone notizie per il centrosinistra finiscono però qui. Perché il centrodestra, oltre a confermare 3 delle 6 amministrazioni uscenti – Catanzaro, Frosinone e Gorizia – strappa all’altro polo ben 12 Comuni. A cambiare colore, passando dal centrosinistra al centrodestra, sono infatti Alessandria, Asti, Como, Genova, L’Aquila, La Spezia, Lodi, Monza, Oristano, Piacenza, Pistoia e Rieti. Smottamento tutto interno al centrodestra invece a Verona, con lo “scissionista” Tosi che cede la città al candidato ufficiale del centrodestra Sboarina.

I flussi tra primo e secondo turno vedono il centrodestra crescere ed ampliare il proprio vantaggio sugli avversari a Piacenza, La Spezia, Genova, Oristano e Verona. Ad Asti e Rieti invece il centrodestra arretra ma il recupero rispettivamente di M5S (Asti) e centrosinistra (Rieti) non è sufficiente per sovvertire il dato del primo turno. Crescono invece entrambi i candidati a Como ma il centrosinistra, pur recuperando voti, non riesce a colmare il gap.

Elezioni comunali 2017, analisi del voto: il sorpasso del centrodestra al ballottaggio

Sono invece 4 i comuni in cui il dato del ballottaggio ha completamente ribaltato lo scenario del primo turno. Ma se ad Alessandria e Lodi il vantaggio del centrosinistra al primo turno era nell’ordine dei 2-3 punti percentuali, molto diverso è il dato di L’Aquila e Pistoia.

Nel capoluogo di regione abruzzese il centrodestra rifila 7 punti di distacco al centrosinistra, ribaltando il -11 del primo turno. In termini assoluti, si parla di una crescita di oltre 2 mila voti in 15 giorni, a fronte di un’emorragia per il candidato di centrosinistra di oltre 4 mila voti. Anche qui decisamente importante è il dato dell’affluenza, che cala di oltre 15 punti rispetto al primo turno. In sostanza, il centrosinistra non solo non riesce a trattenere il proprio elettorato ma nemmeno a sfondare a sinistra. Non riuscendo così a conquistare consensi in quel 6.3% di elettori – circa 2500 voti – che al primo turno aveva scelto la candidata della sinistra radicale.

Altro capolavoro del centrodestra è Pistoia, roccaforte storica del centrosinistra. Qui il sindaco uscente Bertinelli passa da un vantaggio di 3 mila voti al primo turno ad una sconfitta di 4 mila voti al ballottaggio. Contestualmente, il nuovo sindaco Tomasi riesce quasi a raddoppiare il proprio consenso rispetto al primo turno. Meno consistente è qui il calo dell’affluenza (-6% rispetto al primo turno). Segno di come vi sia stato un vero e proprio riorientamento strategico verso Tomasi di buona parte delle preferenze espresse 15 giorni fa (M5S e Liste civiche i maggiori indiziati).

Piuttosto equilibrato sia al primo che al secondo turno invece il voto a Monza. Dove il relativamente contenuto calo dell’affluenza (-6.6%) mostra una maggior capacità del candidato di centrodestra di convincere l’elettorato civico e pentastellato, superando di misura il sindaco uscente di centrosinistra.

Elezioni comunali 2017, analisi del voto: il nuovo scenario nei comuni superiori

Il voto dell’11-25 giugno ha emesso un verdetto anche per 143 comuni superiori con più di 15 mila abitanti. Qui il dato risulta un po’ diverso rispetto ai comuni capoluogo. Mostrando un calo di entrambi i poli tradizionali sebbene più consistente nel centrosinistra (-18 comuni) rispetto al centrodestra (-3 comuni). Un ulteriore indizio della crescente difficoltà dei partiti tradizionali nelle realtà locali è l’ottima performance delle liste civiche. Le quali passano da 23 a 44 amministrazioni, raddoppiando quasi il proprio bottino.

elezioni comunali 2017 - analisi del voto e flussi elettorali nei comuni superiori

Anche qui si conferma la difficoltà delle amministrazioni uscenti. Quasi 2 su 3 infatti hanno cambiato casacca, un dato leggermente inferiore rispetto a quello riscontrato nei comuni capoluogo. Complessivamente, tra comuni capoluogo e superiori, il 64% ha cambiato casacca.

Elezioni comunali 2017, analisi del voto: il livello di interscambio nei comuni superiori

Nei comuni superiori il tasso più alto di conferme si registra nel centrosinistra. Il quale mantiene il 58% dei comuni conquistati nella tornata elettorale precedente. Un dato decisamente superiore rispetto a centrodestra (35%) e liste civiche (25%).

Piuttosto alto è il livello di interscambio tra liste civiche e i due poli tradizionali. Il 43% dei comuni persi dal centrosinistra va alle liste civiche. Idem per il centrodestra: il 43% dei comuni persi va alle civiche. Più sbilanciato invece il dato in uscita dalle civiche: il 58% va al centrosinistra. Ma nello scontro diretto tra centrosinistra e centrodestra è quest’ultimo a prevalere. Infatti, 2/3 dei comuni “nuovi” conquistati dal centrodestra proviene dal centrosinistra. Al contrario, “solo” il 38% delle nuove conquiste del centrosinistra proviene dal centrodestra.

Curioso il dato del Movimento 5 Stelle. Che quadruplica il numero di comuni in proprio possesso pur perdendo entrambi quelli conquistati nelle elezioni precedenti. Nel dettaglio, i pentastellati perdono Mira e Comacchio. Ma strappano 5 amministrazioni al centrosinistra (Carrara, Fabriano, Mottola, Santeramo in Colle e Canosa di Puglia) e 3 al centrodestra (Ardea, Guidonia Montecelio e Acqui Terme). Ad ogni modo, una performance sicuramente migliore rispetto alla debacle nei comuni capoluogo.

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L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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