Sondaggi politici SWG, terrorismo: la violenza che chiama altra violenza
Tra i paradigmi della irenologia (= scienze per la pace) vi è che la violenza chiama altra violenza. Il suo massimo teorico nonché fondatore della disciplina, Johan Galtung, ne ha fatto un pilastro della teoria sul conflitto. Una premessa necessaria per comprendere le motivazioni – dettate dall’emotività più che dalla razionalità – dei terroristi. Da oltre un anno, una serie di attentati su suolo europeo scuotono la popolazione comunitaria. Stando agli ultimi sondaggi, in Italia, 3 cittadini su 4 hanno paura dell’ISIS e di attentati su territorio nazionale. L’aumento della paura è associata anche a un maggior risentimento e rancore, che può derivare in odio profondo verso l’altro. Una situazione emotiva analoga a quella dei fondamentalisti che, seppur derivata da eventi distinti, può portare agli stessi risultati: ovvero, la decisione di farsi giustizia da solo. È proprio su questo tema che si centra il sondaggio di oggi di SWG.
Sondaggi politici, terrorismo: il consenso sulla crescita della rappresaglia
L’ultimo attentato su suolo europeo non si è prodotto secondo la dinamica tradizionale: si sono invertite le parti. Questa volta, è stato un uomo bianco a lanciarsi con un furgone contro dei musulmani (appena usciti da una moschea). Il bilancio finale è di un morto e 8 feriti. Proprio l’istituto demoscopico chiede ai suoi intervistati se ritengono che il rischio di tentativi di guerra individuale contro gli islamici sia molto, abbastanza, poco o per niente forte. La stragrande maggioranza concorda che questo rischio sia molto o abbastanza elevato.
In particolare, gli elettori PD si mostrano maggiormente preoccupati – il 79% – rispetto a leghisti (67%), forzisti (72%) e pentastellati (74%). Nel complesso, 7 intervistati su 10 condividono questa idea del rischio di crociate individuali contro gli islamici. Se questo rischio dovesse concretizzarsi – ed è un evento più che probabile – la fine della piccola jihad (così definita nei testi della Shari’a) si allontana ancor di più. Le conseguenze dell’utilizzo della violenza da ambo le parti della società civile può solo produrre una radicalizzazione dell’odio e del conflitto.
Nota metodologica: in immagine