Calo della popolazione, Italia tra le peggiori nella UE
I numeri provengono da uno studio delle Nazioni Unite, ed è una revisione delle stime sulle differenze nella popolazione europea tra 2015 e 2020. Rispecchiano quindi le modifiche intervenute fino al giugno 2017 nelle statistiche demografiche dei Paesi.
Da questi numeri, freschissimi, è stata fatta una mappa pubblicata su Vividmaps, che mostra come l’Italia non se la cavi per nulla bene.
Se grosso modo siamo di fronte a una divisione Est ovest, l’Italia fa eccezione.
Infatti assieme a Portogallo e Grecia è l’unico Paese che vedrà un calo della popolazione fino al 2020.
Ovviamente non è indifferente a questi dati la crisi economica che ha colpito questi Paesi negli ultimi anni.
E non a caso la Spagna, che pure aveva subito un calo degli abitanti, grazie alla ripresa del PIL, compare tra i Paesi in crescita.
A Est comunque qualcosa i muove, gli abitanti continuano a calare, ma non dappertutto e non così tanto come fino a poco tempo fa. Diminuiscono le differenze dal’Ovest.
Calo della popolazione, -0,13% fino al 2020 per l’Italia
E’ la Norvegia il Paese con la crescita a annua maggiore, +0,94%. Lanciando da parte Paesi extraeuropei presenti nella mappa, come Turchia o Israele, in cui si supera il +1%.
Vengono dopo Irlanda, Islanda, Svezia, Svizzera, tra +0,7% e +0,8%. Tranne che per l’Irlanda e l’Islanda, è evidente il ruolo dell’immigrazione in tutti questi Paesi in cui anzi una volta si facevano meno figli.
Poi vi sono Belgio e Regno Unito entrambi con un +0,58%.
Più flebile la crescita in Francia, +0,39%, pure tra i Paesi con maggiore fertilità. Torna invece al segno più la Germania. Probabilmente grazie al massiccio afflusso di immigrati negli ultimi due anni.
La novità è la crescita in Spagna, e poi in Repubblica Ceca e Slovacchia, finora in decremento. Che si tratti di un trend desinato a essere imitato da altri Paesi orientali? La Polonia per esempio cala ancora, ma di poco, -0,17%, e la Russia è di fatto in equilibrio.
L’Italia perde abitanti a un ritmo del 0,13% annuo, meno peggio di Grecia o Portogallo, ma il suo rosso è significativo.
I Paesi messi peggio sono Lettonia, -1,03%, Bulgaria e Polonia
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