Genova dopo il ballottaggio, ora serve fraternità

Pubblicato il 26 Giugno 2017 alle 20:39 Autore: TP Blog
Bigo di Genova, piazza caricamento

Genova dopo il ballottaggio, ora serve fraternità

Genova, il ballottaggio conferma il risultato dell’11 giugno: per la prima volta dal 1945 la città è in mano al centrodestra. Una vittoria netta (55% di Bucci contro il quasi 45% ottenuto da Crivello) che non può dirsi solo figlia di un’affluenza bassa (43%). Il dato ancora più clamoroso è che, nella coalizione del centro destra, la forza che otterrà più seggi in comune sarà la Lega Nord, non certo un partito “storico” per la Superba. Dunque, in qualunque modo lo si voglia leggere, è chiaro che siamo davanti ad un risultato assolutamente non ordinario. Basterà per risollevare la situazione economica e sociale del capoluogo ligure?

Un contesto problematico anche per Genova: il patto di stabilità

I problemi che dovrà affrontare l’amministrazione Bucci sono numerosi; in primis, la cronica crisi delle aziende comunali, soprattutto quelle legate al trasporto e ai rifiuti. La questione AMIU sembra la più impellente: l’azienda continua ad aumentare il deficit, in estate probabilmente alzerà la tari e i vertici hanno già comunicato ai sindacati il blocco delle assunzioni previste per i mesi estivi. I cittadini si troveranno con una città più sporca e con tasse più alte.

La prospettiva anche per Genova sembra la medesima: a fronte di una riduzione dei servizi, un aumento delle tasse. La causa di tutto ciò? Gli sprechi degli anni precedenti? Gestioni malsane? No. O almeno non solo. Il taglio dei servizi e della spesa rientra nel piano della legge di stabilità 190/2014; in particolare la città metropolitana di Genova, nei prossimi anni, è chiamata a risparmiare quasi 26 milioni di euro. Come riuscire a farlo e, allo stesso tempo, occuparsi di una città in cui ci sono sempre meno giovani, in cui il lavoro è calato drasticamente e tragicamente togliendo prospettive ad almeno due generazioni, e in cui le aziende pubbliche, come ricordavamo, sono sempre più in crisi?

Una sfida proibitiva?

La sfida sembra proibitiva. Per affrontarla occorre, oggi più che mai, una collaborazione tra tutte le forze politiche rappresentate in Comune. Ormai non può più essere tempo di lotte ideologiche tra fazioni, non tanto perché siamo entrati nel contesto della cosiddetta “post-verità”; ma perché serve una vera azione politica che non può passare dall’idea di una sola parte. Le sfide che la città si trova davanti sono troppo difficili e complesse perché ci si possa aspettare una soluzione attraverso una semplice ricetta politica.

La fraternità come orizzonte della complessità

Occorre, ad un livello molto più alto degli accordi-scambio sottobanco, ritrovare il valore della fraternità politica; quella che porta a confrontare le idee, anche attraverso dibattiti accesi, ma che non vede nell’avversario un nemico; quella fraternità che muove le coscienze ad impegnarsi, non solo nelle istituzioni, per rendere la città e i quartieri più vivibili attraverso l’associazionismo e il volontariato; la stessa fraternità che deve portare a scegliere delle priorità insieme e cercare di cogliere il seme di speranza di cui il nostro tempo, indubbiamente non-semplice, è gravido. Il Comune deve bussare alle porte nazionali ed europee per affermare che i bilanci non possono strozzare le persone.

sondaggi elettorali genova

Può farlo efficacemente solo se saldamente unito. In questo senso il clima della campagna elettorale non è stato un buon segno; da un lato si è levato il grido “al fascismo”, dall’altra si è saltato al “chi non è comunista”. Comportamenti e atteggiamenti davvero poco responsabili che non si possono attribuire semplicemente alla classe politica; occorre che i genovesi si riapproprino del valore civile e politico della fraternità, del bene comune, della sussidiarietà e della solidarietà tra generazioni. Il senso della comunità potrà, anche tra mille difficoltà, donarci nuova speranza. È il tempo, anche a Genova, di smetterla con gli spettacolini e le recriminazioni da tifoserie, non possiamo più permetterceli; basta con i “adesso voglio vedere che faranno…” degli sconfitti e i “abbiamo liberato la città” dei vincitori. È tempo di dirsi, insieme, lavoriamo per Genova.

Davide Penna per il blog Nipoti di Maritain