Elezioni comunali 2017, nei capoluoghi 126 mila voti in più per il centrodestra, 193 mila in meno per il centrosinistra

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Elezioni comunali 2017, nei capoluoghi 126 mila voti in più per il centrodestra, 193 mila in meno per il centrosinistra

Renzi ha suscitato le ironie della rete con la sua rivendicazione di vittoria alle ultime amministrative.

Formalmente infatti aveva ragione a parlare di una prevalenza del centrosinistra tra i comuni con più di 15 mila abitanti.

Tuttavia le elezioni, soprattutto quelle con grande significato politico, si valutano sulla base di un confronto con quelle precedenti. E qui il paragone è impietoso per il PD e gli alleati.

Si nota ancora meglio nel calcolo dei voti assoluti.

Elezioni comunali 2017, centrosinistra da 688 mila a 495 mila voti

Facendo la somma di tutti i voti nei capoluoghi al primo turno del centrodestra e del centrosinistra nel 2012 il secondo risultava nettamente in testa. Con 688 mila voti circa superava il centrodestra di quasi 200 mila voti.

Vantaggio polverizzatosi in 5 anni. Oggi è il centrodestra a prevalere di circa 13 mila voti.

Vediamo infatti come questo equilibrio è cambiato in ogni città. In alcune, come a Genova il centrodestra ha recuperato i voti che erano andati ad alcune civiche, come quella di Musso. Oppure come a Palermo, dove nel 2012 era quasi inesistente.

Si noti che questi dati in alcuni casi prescindono dal risultato finale del ballottaggio. Il centrodestra spesso avanza anche quando perde, come a Parma, dove nel 2012 era quasi non pervenuto, o a Taranto, a Padova e Lucca.

Solo a Verona arretra significativamente, a causa del distacco dei tosiani.  E a Lecce, dove aveva trionfato nel 2012.

Al contrario il centrosinistra perde voti anche quando vince, per esempio a Taranto, appunto, o a Palermo.

Ma è una emorragia, spesso di meno di 10 mila voti, un po’ ovunque. Con il picco di Genova, -51 mila voti

Così alla fine le perdite del centrosinistra superano i guadagni del centrodestra, segno che molti voti sono finiti nell’astensione. O in liste civiche.

 

Elezioni comunali 2017, il centrosinistra perde proprio nei capoluoghi, dove c’è il voto di opinione.

Dopo i ballottaggi queste tendenze del primo turno vengono confermate. Perchè è vero che il centrosinistra ha più sindaci del centrodestra, 50, contro 31, ma questi numeri sono risultati di un calo. Ha perso 18 primi cittadini, più di quanti, 3, ne abbia perso il centrodestra. I vincitori sono le liste civiche.

Non solo, se come fatto sopra consideriamo i comuni capoluoghi, la sconfitta è schiacciante. 16 sindaci, +10 rispetto a 2012, per il centrodestra, e solo 6 per il centrosinistra, che ne perde 9

Perchè scegliamo i capoluoghi?

Come sappiamo sono i comuni capoluoghi, quelli più grandi, quelli che misurano il sentiment del Paese. Sono quelli in cui conta il voto di opinione, e la scelta personale si sfuma. In cui si può insomma misurare il vento nazionale depurato dai fattori locali.

E non è un caso che proprio in questi, dove gli elettori scelgono di più in base al posizionamento nazionale, abbia vinto il centrodestra.

Che sia per lo Ius Soli, o l’insoddisfazione verso il governo PD, il centrosinistra qui perde visibilmente voti.

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