Expo, Cantone si insedia: “L’Italia ha sottovalutato la corruzione”
In passato alcuni appalti sono stati “poco chiari, di molti non si capiva in effetti la procedura di assegnazione”. L’obiettivo è realizzare una “Expo trasparente, unico modo per far recuperare immagine e credibilità a questo evento”. Ha esordito con la tranquillità e l’obiettività che lo ha contraddistinto anche nella sua recente carriera da magistrato anti-camorra Raffaele Cantone, neo presidente dell’ANAC (L’autorità Nazionale Anticorruzione) che si è insediato ieri, durante una conferenza stampa con il prefetto Francesco Paolo Tronca negli uffici della Procura di Milano. Procura, quella meneghina, che sarà la base operativa dell’autorità. Dopo il via libera del governo e del Capo dello Stato, con la firma e la controfirma dei decreti, da ieri l’ente presieduto da Cantone è finalmente operativo. I controlli effettivi cominceranno dalla prossima settimana e saranno “snelli ed efficienti” per non impedire “l’operatività di Expo” promette. Il commissario Anac sarà affiancato inizialmente da tre-quattro giuristi, con il supporto di tre sottufficiali della Guardia di Finanza, guidati da un ufficiale delle Fiamme Gialle. Un squadra che “sarà ampliata” e per la quale Cantone si augura possa essere superato “l’incidente di percorso” che ne ha impedito il completamento. Il coordinamento amministrativo è stato affidato al Segretario generale Antonella Bianconi.
L’ex pm ammette: negli ultimi anni “l’Italia ha sottovalutato la corruzione” ma non promette miracoli “non sono l’uomo della provvidenza”, specifica dichiarandosi comunque “preoccupato” per la quantità di lavoro che lo aspetta. “Scaramanticamente – scherza – porterò qualche corno in più”. Nel decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo ieri e che per stessa ammissione di Cantone “ha avuto una gestazione lunga ma fisiologica”, si dispone il raggio d’azione del presidente dell’autorità. Pieni poteri sul versante dell’attività di controllo e verifica. A Cantone anche la facoltà di proporre le aziende da commissariare. Ma sarà il prefetto di Milano ad avere l’ultima parola. Tale meccanismo sarà valido solo per “le aziende coinvolte in quella specifica vicenda” e non per appalti “diversi da quelli sottoposti a indagine”. Completa attività di contrasto alla corruzione, dunque, per l’affaire Expo. Margini di manovra più ristetti, invece, per la vicenda Mose.
Intanto l’attività dell’authority è già cominciata: sotto osservazione di Cantone sono finiti diversi “appalti già assegnati e segnalati dall’autorità di vigilanza sui contratti pubblici”. Cantone intende però proporre al commissario unico Giuseppe Sala di “inserire in tutti i contratti la norma della legge Severino per la revoca dell’appalto in caso di gravi violazioni”. Norma questa che non sarà retroattiva: per le aziende attualmente già sotto inchiesta, infatti, l’Anac provvederà al commissariamento. “Uno dei primi temi oggetto di accertamenti” sarà proprio il commissariamento, puntualizza il presidente che annuncia a breve il suo ritorno in Procura per l’avvio delle procedure.
Prima della conferenza stampa di insediamento Cantone aveva incontrato il capo della Procura di Milano, Edmondo Bruti Liberati. In mattinata, colloquio al Pirellone, sede della regione Lombardia, con il governatore Roberto Maroni. “Massima collaborazione” al presidente, ha annunciato Maroni che però confessa: “avrei preferito poteri più ficcanti, ma così ha deciso il governo. Valuterà poi Cantone, staremo a vedere”. Sempre ieri poi, nel pomeriggio, il governatore ha presenziato a Lecco all’inizio dei lavori di un immobile confiscato alla ‘ndrangheta negli anni ’90. I locali saranno destinati ad ospitare la “Pizzeria della Legalità” che sarà inaugurata in concomitanza con l’inizio di Expo, nel 2015. In due post sul suo profilo Twitter Maroni ha sintetizzato: “Lecco. In questa ex pizzeria sequestrata alla mafia nascerà una nuova pizzeria pronta per Expo2015″. “Sono qui per firmare protocollo con cui si restituisce alla città un immobile sequestrato alla mafia” ha twittato il presidente Maroni.
Carmela Adinolfi