Partito Democratico: uniti contro destra e larghe intese, parla Orlando
Partito Democratico: uniti contro destra e larghe intese, parla Orlando
“Non vedo contrapposizione tra le parole d’ordine delle due manifestazioni di Roma e Milano”. Lo dichiara il Ministro della Giustizia Andrea Orlando all’indomani dei due eventi ‘Insieme’ e ‘Italia 2020’. “Se guardiamo ai contenuti, penso alle parole di Martina che riprendono il filo di quelle di Pisapia” continua. “Credo ci siano le condizioni per ricomporre il centro-sinistra. A patto di mettere da parte e superare i personalismi”. Intervistato da Maria Latella su Skytg24, Orlando riflette sugli scontri nel centro sinistra, l’avanzata della destra alle amministrative e sulla legge elettorale.
Partito Democratico, Orlando: per ricomporre il centro-sinistra, superare i personalismi
“Le lacerazioni personali vanno messe da parte per provare a ricostruire una coalizione” afferma il guardasigilli, lanciando un chiaro monito a Matteo Renzi. “Una coalizione che includa anche pezzi di società che in questo momento sono alla finestra o sono disincantati”. “Mettiamo da parte le divisioni personali” ribadisce “altrimenti vince la destra”. Infatti, riferendosi all’esito delle recenti amministrative, “dove il centrosinistra si è diviso, è stato sconfitto. E questa è una buona ragione per costruire una coalizione”.
Come esponente del Partito Democratico, Andrea Orlando ha partecipato alla riunione dei circoli dem a Milano, organizzata da Renzi. Ma il ministro fa parte di quell’area del Pd aperta agli scissionisti e al nuovo polo che si sta organizzando attorno alla figura dell’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.
A detta di Orlando, l’avanzata della destra può rappresentare quello stimolo ricercato che sconfigga le divisioni interne e sproni all’unità del centro-sinistra. Quel minimo comun denominatore attorno al quale la sinistra tutta può riunirsi e strutturare la propria offerta politica in vista delle politiche 2018. Ed è sempre l’unità del centro-sinistra che può scongiurare un altro pericolo, quello della grande coalizione. Quel governo delle larghe intese demonizzato, senza precedenti, durante tutto il corso dell’attuale legislatura.
Partito Democratico: alleanza con Berlusconi scenario inquietante e improponibile
“Uno scenario inquietante e improponibile”. Così il ministro Orlando definisce un’eventuale alleanza post-elettorale tra il Pd e Berlusconi. In caso di assenza di una maggioranza che possa dare fiducia ad un governo “chiederei agli iscritti che ne pensano, attraverso un referendum”.
Cosa che, sottolinea sempre durante l’intervista, Renzi non ha fatto. Immediata la replica. “L’unico governo con Berlusconi il Pd l’ha fatto con Bersani segretario. E Orlando era nel gruppo dirigente” risponde il coordinatore del Partito Democratico Lorenzo Guerini. Vero, ma manca un particolare. Non di poco conto, se si considera che, almeno a livello istituzionale, il dibattito politico dovrebbe sempre rimanere di alto profilo.
Partito Democratico: scenari post-elettorali in assenza di maggioranza
Dopo un’elezione, in assenza di maggioranza, in un sistema parlamentare si aprono tre vie: governo di minoranza; nuove elezioni, grande coalizione. La prima, ovvero il governo di minoranza, in Italia è uno scenario praticamente irrealizzabile. I motivi giuridici sono tre. Primo, tutte e due le Camere devono dare la fiducia al Governo. Secondo, nel voto di fiducia i ‘sì’ devono comunque prevalere sui ‘no’. Terzo, al Senato gli astenuti nel voto si sommano ai ‘no’. Dunque, posti questi vincoli giuridici, in Italia, per riuscire a dar vita ad un governo di minoranza, è necessario un accordo preventivo esplicito con altre forze politiche che accettino, pur non facendo parte del Governo, quanto meno di non far partecipare al voto i propri senatori. Viste le divisioni all’interno del Parlamento italiano, uno scenario impossibile.
Per quanto riguarda le nuove elezioni, solitamente si cerca sempre un’altra via per evitare il ritorno alle urne nel breve periodo. Il motivo è semplice, anche se spesso passa in secondo piano, prevalendo una visione “complottista” del politico: aggirare il pericolo dell’immobilismo istituzionale.
Scartate le prime due alternative, rimane solo la grande coalizione. Peraltro, opzione governativa ampiamente utilizzata in Europa e, in generale, nelle democrazie avanzate.
Partito Democratico, Orlando: centro-sinistra unito e superamento del proporzionalismo
Questa breve parentesi solo per sottolineare che il governo delle larghe intese non può, ovviamente, essere l’obiettivo su cui pianificare l’offerta elettorale. Nonostante questo, rappresenta un’opzione legittima in assenza di alternative.
Infine, secondo Andrea Orlando, per evitare una riedizione del patto del Nazareno, un’altra strada dovrebbe essere praticata in parallelo alla costruzione di un centro-sinistra unito. La modifica delle regole elettorali in senso maggioritario. “Alla direzione di luglio ci faremo sentire. Non ci rassegneremo all’idea del proporzionale e spingeremo per costruire la coalizione. È un passaggio inevitabile se vogliamo ricomporre il popolo”, conclude il ministro.
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