Marchionne candidato premier: la nuova idea di Berlusconi
Silvio Berlusconi cala il suo asso nella manica per le elezioni politiche del 2018. Dopo Mario Draghi e Carlo Calenda, spunta l’idea Sergio Marchionne nella corsa per Palazzo Chigi. L’ex premier ha fatto il nome dell’attuale Ad di FCA in una cena con i direttori di Tempo, Libero, Corriere dell’Umbria, Ciociaria e Latina Oggi. “Tra non molto gli scade il contratto negli Stati Uniti” ha affermato Berlusconi che ha aggiunto “se ci pensate sarebbe l’ideale”.
Marchionne, il gelo degli alleati
Ancora una volta, però, sono gli alleati a spegnere gli entusiasmi dell’ex premier. Per prima, lo fa Giorgia Meloni, che affida a Facebook il suo sfogo. “Mi aspetto da Silvio Berlusconi una smentita” afferma l’ex ministro. “Immaginare come premier italiano uno che paga le tasse in svizzera, ha portato la sede legale della azienda che dirige, la Fiat, in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna, pur avendo la presunzione di vendere macchine “italiane”, significa aver perso il lume della ragione”, prosegue Meloni.
La leader di Fratelli d’Italia continua, poi, il suo attacco frontale a Marchionne. “Un altro nome incompatibile con la nostra idea d’Italia” dice. “Solo un patriota può aiutarci a uscire dalla palude. Marchionne non lo è” rincara la dose, strigliando Berlusconi. “Pare voler far di tutto per dividere un centrodestra in grado di vincere”, conclude.
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Quindi, anche Matteo Salvini gela l’alleato. Marchionne è “uno che fino a ieri è andato a braccetto con Renzi” afferma ai microfoni di AdnKronos. E a quelli del Corriere detta la linea. “Il totonomi non mi interessa. Io voglio sapere da questa gente che cos’ha intenzione di fare su flat tax, blocco navale e Legge Fornero”, ha detto il segretario leghista. Parole non dissimili da quelle pronunciate sulla Stampa una settimana fa. Al quotidiano torinese, infatti, il leader leghista aveva annunciato per il 16 luglio l’Assemblea della Lega sul programma a Piacenza.
Marchionne, gli azzurri stigmatizzano
In Forza Italia si stigmatizzano le parole dell’ex premier. “Forza Italia è aperta a chiunque voglia portare il proprio contributo” dice Renato Brunetta. Giovanni Toti, invece, si chiama fuori, parlando di “discussioni surreali”.
Secondo il Corriere, quindi, più che una ipotesi vera e propria, l’idea Marchionne fa riferimento ad un identikit di come dovrebbe essere il candidato premier del centrodestra. Un personaggio che abbia carisma e che provenga dalla società civile. E in questo contesto, via Solferino ricorda anche come gli azzurri si stiano attivando per coinvolgere le nuove leve. Da un lato, gli imprenditori, dall’altro i giovani. Il quotidiano di Luciano Fontana, infatti, parla anche del meeting in cui Sestino Giacomoni avrebbe chiesto al Direttore generale della Luiss di Roma, Giovanni Lo Storto, di segnalargli alcuni giovani brillanti.
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Berlusconi si dice ancora in campo
Una corsa contro il tempo, quella degli azzurri, dietro cui sta anche, secondo il CorSera, un pessimismo di fondo in merito alla “riabilitazione politica” del Cavaliere. “L’iniziale speranza sul procedimento che si gioca alla Corte europea dei diritti dell’uomo ha lasciato il passo allo sconforto” dice il quotidiano milanese. Berlusconi non si dà, comunque, ancora per vinto. “Io sono in campo e ci resto. Farò il padre nobile quando avrò un’età adeguata” dice l’ex premier, in un’intervista a Rai Uno, nella quale parla anche del programma.
La ricetta è la riduzione delle tasse e l’innalzamento delle pensioni minime “a 1000 euro”, così come l’introduzione del “reddito di dignità”. A livello politico, l’obiettivo è duplice. Riunire il centrodestra per prima cosa. “Il centrodestra moderato nel linguaggio, ma rivoluzionario nei contenuti” è “la prima area del Paese” dice a Rai Uno, ricordando l’esito delle ultime amministrative. Evitare l’alleanza col Pd, definita “inquietante e improponibile”, sbarrando la strada ai Cinque Stelle, in secondo luogo.