Rinnovo contratto statali: assenze e malattie, interviene la Madia
Nessuna riduzione delle tutele per persone affette da gravi patologie. Ad affermarlo con un post su Facebook è il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, che smentisce categoricamente quanto riportato su alcuni giornali.
“In un articolo di stampa oggi viene affermato che l’atto di indirizzo inviato all’Aran per il rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti pubblici, conterrebbe una riduzione delle tutele per persone affette da gravi patologie. Quanto riportato è molto grave e totalmente infondato” spiega il ministro.
“Attualmente i giorni nei quali si effettuano terapie salvavita non hanno un limite, E COSÌ CONTINUERÀ A ESSERE. Tuttavia, ad oggi, non esiste una specifica garanzia per i giorni nei quali una persona è poi costretta ad assentarsi nei giorni successivi alle terapie. Quando sta male a causa degli effetti, ad esempio, della chemio. Ecco, con l’atto di indirizzo noi interveniamo su questo punto; diciamo che deve esistere una garanzia in più; devono esserci dei giorni nei quali è possibile assentarsi a causa degli effetti collaterali di alcune terapie. Senza che queste assenze vengano conteggiate nel monte massimo di assenze consentito dai contratti, come invece accade oggi”.
Rinnovo contratto statali: la precisazione di Fp Cgil
Nella giornata di sabato è arrivata poi la precisazione della Fp Cgil. “In caso di gravi patologie per dipendenti pubblici, la disciplina più favorevole, ovvero quella della esclusione dal computo del periodo di comporto di particolari assenze come quelle sopra descritte, trova applicazione solo nell’ipotesi in cui si realizzano entrambi i requisiti richiesti dal disposto contrattuale; la grave patologia e il contestuale ricorso alle terapie salvavita”.
“L’esclusione dal computo del periodo di comporto determina il conseguente diritto a percepire l’intera retribuzione. Anche nel caso in cui il soggetto si trovi già nel periodo di malattia con retribuzione al 50%. Per chiarire ogni dubbio; o si tratta di assenze riconducibili ad una effettiva sottoposizione alle terapie salvavita oppure tali giorni di assenza non possono uscire dal computo del periodo di comporto” spiega la Fp Cgil.
“I giorni di convalescenza post ospedaliera, conseguenti alle terapie salvavita, così come i giorni ritenuti consequenziali alle stesse terapie non possono vedersi applicata l’esclusione dal computo”. Inoltre, si legge sul sito del sindacato, “va ricordato che è il lavoratore a dover esibire la specifica documentazione idonea a giustificare il tipo di assenza ossia per dimostrare che la stessa possa essere riconducibile a una terapia salvavita”.
Rinnovo contratto statali: il certificato medico
“È quindi nel suo interesse accertarsi che la certificazione medica fornisca le informazioni di dettaglio dei giorni effettivi di svolgimento della terapia. Tutte le misure necessarie per la corretta applicazione della speciale disciplina contrattuale. Da parte sua – conclude la Fp Cgil – l’amministrazione non può ricondurre le assenze a terapie salvavita se non è esplicitato nel certificato stesso”.
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