Al termine del Consiglio europeo, che ha visto la designazione di Jean-Claude Juncker come potenziale presidente della Commissione, il premier Matteo Renzi si è concesso ai giornalisti, in una conferenza stampa di 45 minuti. “Ho votato Juncker perché c’è un documento e un accordo politico”. In primis, si parla del voto a favore di Jean-Claude Juncker. Due sono i motivi per cui il Renzi ha detto sì alla candidatura dell’ex presidente dell’Eurogruppo: l’esistenza di un «documento di indirizzo strategico» e un accordo politico.
Avere un documento è fondamentale, secondo Renzi, perché si sono poste le basi per ciò che dovrà essere fatto in Europa nei prossimi cinque anni. Ciò è molto importante, sostiene il premier, perché mette al centro la crescita senza dimenticare la flessibilità. “Chi fa le riforme strutturali ha diritto alla flessibilità” afferma il leader italiano. Votare Juncker, poi, non è una scelta incoerente: questi è stato, anche se indirettamente, scelto da quegli italiani che hanno votato per Forza Italia o Nuovo Centrodestra-Udc, oltre che dalla Sudtiroler Völkspartei, apparentata col Pd nella Circoscrizione Nord-Est.
UNA VITTORIA DI MERITO ORA LE RIFORME – Comunque, Renzi non dimentica che la tanta strada ancora da fare: Dopo aver vinto «una battaglia di metodo», afferma il presidente, ora spetta all’Italia fare la sua parte. Detto in altre parole: non basta chiedere la flessibilità per risolvere la crisi, ma è necessario fare le riforme. Per quest’obiettivo, Renzi si dà mille giorni di tempo, ricordando che la flessibilità è valida solo se rapportata ad uno specifico arco temporale.
LE NOMINE – Incalzato dai giornalisti, Renzi parla anche delle nomine. Il premier ricorda che esse devono essere fatte di comune accordo tra i diversi gruppi europei e i governi. In sostanza, si tratta di un gioco di equilibri politici e geografici molto delicato. Il premier smentisce la voce circolata su molti giornali italiani di una candidatura di Enrico Letta alla Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea: “il suo nome non è stato fatto né in sede ufficiale né in via informale” durante il vertice. Tanto più, ricorda Renzi, che l’Italia occupa già una poltrona importante, con Mario Draghi che guida la Banca Centrale Europea. Quanto al commissario italiano, che può essere proposto al presidente incaricato dall’Italia stessa, così come previsto dai Trattati, Renzi ha affermato che la scelta avverrà dopo un confronto all’interno del Consiglio dei Ministri. Anche per quanto riguarda l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica estera Renzi ricorda che sarà il presidente della Commissione a decidere.
IL RAPPORTO TRA ITALIA E GERMANIA –Infine, il premier ha parlato del rapporto con la Germania: si tratta di un «rapporto constante», nonostante qualche discussione. Pur riconoscendosi come un innovatore per il semplice fatto di non imputare le responsabilità di tutto ad Angela Merkel, Renzi ricorda che l’Italia chiede tanto in Europa dando molto. In più, ribatte Renzi, l’Italia non chiederà lo sforamento del tetto, proprio come fece Berlino nel 2003.
Alessandro De Luca