Sondaggi politici SWG: disonestà e immigrazione, le angosce del futuro
Sondaggi politici SWG: disonestà e immigrazione, le angosce del futuro
Nell’ultimo sondaggio pubblicato dall’istituto demoscopico SWG, si parla delle angosce per il futuro. Tema per nulla “leggero”, quindi, ma necessario per comprendere lo stato d’animo degli italiani. Una serie di risposte riguardante i grandi lemmi della società italiana contemporanea. Quali sono le maggiori preoccupazioni per il futuro? Quali elementi, invece, non sono ritenuti “instabili” e canalizzatori di paure per il futuro? Ecco le risposte degli italiani, in questo sondaggio targato SWG.
Sondaggi politici SWG: disonestà e immigrazione angosciano gli italiani
La domanda di SWG viene formulata nel seguente modo;
Pensando al futuro, che cosa la angoscia di più?
Potendo marcare solo una delle risposte presenti nel ventaglio di opzioni. La moda statistica – ovvero, la risposta più frequente – è “la furberia e la mancanza di onestà nelle persone” -. Il grande lemma del Movimento 5 Stelle (onestà, onestà, onestà) sembra essere una delle colonne portanti per la società del futuro. Il 29% degli intervistati – una percentuale vicina all’elettorato pentastellato – risponde in questa maniera.
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A seguire, un intervistato su quattro professa la propria angoscia nei confronti dell’invasione di immigrati (definita così da SWG e che fa il paio con la narrativa politica dominante). La questione migratoria sembra essere il campo di scontro decisivo per le presenti e future campagne elettorali.
Sondaggi politici SWG: la paura dei populismi sul gradino più basso del podio
A seguire, troviamo – ben lontano dalla seconda posizione riservata all’invasione di immigrati – la paura per il populismo crescente. Il 12% marca questa risposta. A ridosso di questa opzione, troviamo i cambiamenti nel mercato del lavoro. Probabilmente, incidono sia la precarizzazione del lavoro, sia la robotizzazione – che generano livelli di disoccupazione strutturale sempre più alti -.
Chiude questa classifica, la messa in discussione dei livelli di benessere (opzione scelta solo dal 9% del campione) e la limitazione della libertà. Quest’ultima viene marcata dall’8% del campione di riferimento.