Concorso scuola 2018: posti e costo fit, problema in Sicilia
Concorso scuola 2018: posti e costo fit, problema in Sicilia
Al momento, tutta l’attenzione degli aspiranti docenti è rivolta alla pubblicazione delle graduatorie. Tuttavia, comincia a crescere anche l’attesa per il prossimo concorso che si terrà nel 2018. I vincitori potranno partecipare al percorso triennale di formazione e tirocinio (FIT). Ai fini della selezione si dovranno acquisire 24 CFU in metodologie e tecnologie didattiche e in disciplini antro-psico-pedagogiche. Pare che entro la fine di luglio il ministero comunicherà quali sono esattamente i settori disciplinari in cui è possibile conseguire i suddetti crediti.
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D’altra parte, già si conosce la tipologia delle prove che dovranno sostenere i candidati al prossimo concorso della scuola. Ci saranno due scritti e un orale. La prima prova scritta sarà volta ad accertare le competenze nelle discipline di una specifica classe di concorso. La seconda, invece, vaglierà le conoscenze dei candidati su materie pedagogiche e didattiche, le stesse per cui è previsto il conseguimento dei 24 CFU.
Concorso scuola 2018: posti e costo fit, problema in Sicilia
Nel frattempo, nuovi problemi per quanto riguarda l’ultimo concorso della scuola, risalente al 2016. “A causa dei ritardi nell’espletamento delle procedure concorsuali previste dalla legge 107 e degli errori di quantificazione rispetto alla disponibilità di cattedre, c’è il serio rischio che i vincitori del concorso del 2016, in particolare in Sicilia, non riescano ad essere immessi in ruolo prima della scadenza della validità delle graduatorie”. Con queste parole ha lanciato l’allarme Elena Centemero, deputata e responsabile scuola di Forza Italia.
Con l’attuale piano di assunzioni, ha poi concluso sempre la Centemero, “i posti destinati alle immissioni in ruolo per la scuola primaria rischiano di non corrispondere a quelli previsti. Risulta inoltre che ci siano stati errori nel conteggio dei punti relativi ai titoli conseguiti dai candidati”. Adesso, la palla passa al ministro Fedeli che avrà il compito di fare chiarezza sul caso.