Negli ultimi mesi in Commissione Finanze si discute e lavora sul dl relativo alla “sanatoria” dei capitali detenuti all’estero. Questa nuova proposta, avviata tramite un accordo della maggioranza, ma contestata da M5S e Sel, è volta a sanare anche le posizioni di chi ha evaso esclusivamente redditi in Italia.
Qualche giorno fa il decreto è arrivato in Commissione Finanze alla Camera, dove c’è stata una piccola battuta d’arresto nell’iter d’approvazione: Daniele Capezzone (FI), presidente della Commissione, ha annunciato, a seguito dei lavori pomeridiani, che Giovanni Sanga del Partito Democratico – relatore al dl – voleva presentare un emendamento al testo base della proposta. Si torna di fatto sulla precedente modifica che nelle scorse settimane aveva ridefinito i termini della “voluntary disclosure” . E’ stato perciò fissato dall’ex radicale un nuovo termine massimo di 24 ore per la presentazione di eventuali subemendamenti.
Sanga vuole correggere le norme del cosiddetto “ravvedimento speciale”, attraverso il quale il contribuente (evasore) potrà far riemergere beni e capitali detenuti all’estero per un arco temporale che consentirà di regolarizzare diverse annualità. Così, chi ha evaso beni e redditi prodotti nel nostro Paese potrà – entro fine settembre 2015 – sanare le dichiarazioni dei redditi di più annualità, arrivando persino a quelle in corso al dicembre 2012. L’obiettivo è quindi far riemergere capitali “fantasma” e dare la possibilità a ognuno di confessare i propri “peccati”: le dichiarazioni omesse possono essere ripresentate, mentre quelle infedeli integrate, al prezzo del versamento di tutti i contributi mancati e del pagamento di una sanzione.
Chiaramente i dubbi dell’opposizione alla proposta della maggioranza sono relativi al timore di nuovi effetti da “condono”, come si è verificato in passato con lo scudo fiscale dell’ex ministro all’economia Giulio Tremonti. Ma, teoricamente, se scudi e condoni si basavano soprattutto sulla convenienza del contribuente a far riemergere capitali e versare contributi garantendo depenalizzazioni e forti sconti sulle imposte evase, la “voluntary disclosure” mira a nuovi intenti. Che gli evasori scelgano o no di aderire, risulterà da ora in poi molto difficile aggirare dichiarazioni ed occultarsi dal fisco.
Ma i grillini non si fidano e dichiarano: “Siamo contrari ai condoni fiscali e penali. I subemendamenti alla “voluntary disclosure“ presentati dalle altre forze politiche rappresentano un colpo di spugna clamoroso. In queste ore anche i corrotti legati a grandi opere come Expo e Mose si stanno fregando le mani. E intanto oggi il relatore prende tempo, comunicando che consegnerà un nuovo subemendamento. Vorranno inserire altri sconti di pena?”.
Agli scetticismi e denunce dei 5Stelle, il Pd e la maggioranza oppongono spiegazioni e rassicurazioni: nessun varco per un nuovo condono, spiegano; tali emersioni di capitali non saranno anonime e non si ripresenteranno quindi quegli odiati vizi di tremontiana memoria. “In queste ore tanti si stanno accalorando intorno alle modalità con cui verrà attuata la procedura di emersione dei capitali sommersi. A me sembrerebbe più rilevante discutere dell’emendamento del Pd presentato in commissione per introdurre in questo provvedimento la riforma del reato di riciclaggio”, ha affermato Marco Causi del Pd.
Giulia Angeletti