Bitcoin e lavoro, miner cinesi guadagnano 30 mila euro al giorno
Bitcoin e lavoro, minier cinesi guadagnano 30 mila euro al giorno.
Ci sono posti sconosciuti dove si sta costruendo il futuro. Qui lavorano minatori di bitcoin. Una delle professioni più affascinanti e misteriose degli ultimi anni. In attesa di capire se il bitcoin sia un ottimo investimento o una bolla, entrare dentro queste “miniere” può essere utile a capire alcuni aspetti. Come ad esempio che se si chiamano “miniere” un motivo c’è. In Cina esistono alcuni centri dati isolati in paesaggi montagnosi o nelle zone rurali. Qui vivono e lavorano migliaia di minatori. Riposano in appositi dormitori. A casa ci vanno 4-5 giorni al mese. I paesi più vicini distano a 30 chilometri. I loro stipendi restano intatti per quasi tutta la durata del mese lavorativo.
Bitcoin: i centri del mining
Da un video di Motherboard a un documentario della China Central Television. Il contenuto non cambia molto. Il primo visita uno stabilimento situato nel nord-est del paese. Il secondo va a sud-ovest. In un’area montuosa desolata del Sichuan. Qui vi è un centro dati di mining su 3 livelli. Ogni livello è un piano che ospita diverse piattaforme di mining di bitcoin. Qui si sta costruendo un futuro che potrebbe essere già rivoluzione. Secondo il proprietario di questo centro dati, le operazioni giornaliere fruttano ben 16 bitcoin. Ovvero 30 mila dollari. E questo avviene attraverso il processo di mining. Un processo tortuoso e di non facile natura. Che ha a che fare col linguaggio informatico e la teoria dei giochi.
All’interno di questo centro dati ci lavorano ben 5 mila persone circa. E c’è spazio ancora per altri 5 mila minatori. E si pensi che Wang, il proprietario ventenne di questo centro, lo considera uno stabilimento di medie dimensioni. Nella zona, peraltro, stanno sorgendo altri centri di mining. Il motivo sta nel dispendio elettrico, che qui è minore a causa delle centrali idroelettriche che si trovano tra le montagne. Nulla da obiettare, quando il 50% dei profitti va a finire in bollette della luce.
Bitcoin: come lavorano i minatori cinesi
I miners cinesi lavorano per intere settimane sulle macchine. Il loro compito è quello di estrarre (generare) criptovalute. Ogni giorno. Si parla di 16 bitcoin estratti in un giorno in questo stabilimento. Il valore, come già detto, è di ben 30 mila euro. I miners cinesi vengono fino a questi stabilimenti, anche in queste lontane regioni, per avere uno stipendio migliore rispetto alle proprie zone di appartenenza. Perché a fare il miner in Cina si guadagna piuttosto bene. Anche se si dorme (poco) dove si lavora. E se si azzera la vita sociale per circa tre settimane. Anche se si torna a casa per poco tempo. E quando lo si fa, spesso si ricorre anche all’autostop.
Qui si lavora di giorno e di notte. Tra processo di mining e risoluzione dei malfunzionamenti dei macchinari. Le città più vicine sono a decine e decine di chilometri. Attorno al centro dati non c’è nemmeno un posto dove poter andare a spendere i soldi così duramente guadagnati. Per un po’, si vive dove si lavora e si lavora dove si vive.
Il gioco vale la candela? Per uno dei manager di questi centri dati, Jin Xin, bitcoin sarà la valuta del futuro. Il sistema finanziario sta andando verso questa direzione. E la forte volatilità della moneta c’è prevalentemente perché siamo solo nella prima fase dello sviluppo. Quella dell’estrazione. Per ora il governo cinese non supporta né si oppone a questo nuovo trend. Ma Jin Xin è sicuro che un giorno il governo gli darà pieno supporto.
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