Sondaggi politici SWG: un plebiscito per il superamento del neoliberismo

Pubblicato il 25 Luglio 2017 alle 12:16 Autore: Alessandro Faggiano
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Sondaggi politici SWG: un plebiscito per il superamento del neoliberismo

In uno degli ultimi sondaggi dell’istituto demoscopico SWG, si parla del sistema economico. Il capitalismo regge le relazioni economiche e commerciali da svariati secoli. Presentato sotto distinte forme, dal XV secolo in poi (a partire dal mercantilismo), il capitalismo continua ad essere l’elemento privilegiato che chiude il cerchio. La maggior parte delle dicotomie si sviluppano a partire dalla presenza delle relazioni capitalistiche. Da Marx ed Hengels in poi, queste dicotomie che ponevano al centro il capitale come discriminante, si sono diffuse e ripensate con l’incedere del tempo.

In questo sondaggio politico targato SWG, si parla della volontá popolare di superare l’attuale sistema economico, retto dalle logiche neoliberiste. Rientrante nel filone liberale, il neoliberismo viene sviluppato concettualmente da F. V. Hayek. La teoria puramente economica, però, appartiene a Milton Friedman, fondatore della celebre scuola di Chicago, la quale influenzó le politiche di Ronald Reagan e della Iron Lady, Margaret Tatcher.

Sondaggi politici SWG: 19 italiani su 20 valuta negativamente l’attuale sistema

La domanda, secca, di SWG, è la seguente;

Come valuta l’attuale sistema economico?

Una percentuale decisamente alta si decanta a favore della critica al sistema economico. È addirittura il 95% del campione: praticamente diciannove italiani su venti. Un terzo circa del campione (32%) considera che il sistema vada un po’ modificato. Dall’altro lato, invece, c’è un importante 63% che preferirebbe ripensare completamente il sistema economico. In definitiva, gli italiani concordano sulla bocciatura piena.

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Sondaggi politici SWG: la differenza per fasce d’età. I giovani sono i meno critici

Risulta interessante il risultato per fasce d’età. Sono i più giovani, infatti, a “risparmiare” il sistema. Solo il 38% dei giovani tra i 18 e 34 anni opterebbe per un cambio radicale del sistema. Una percentuale che va aumentando, a mano a mano che ci spostiamo verso le fasce più anziane. Il picco si raggiunge per la fascia 55-64 anni. Qui, ben il 77% preferirebbe una riforma radicale. Probabilmente, le pensioni e le difficoltà di arrivare a delle entrate minime e degne, sono due fattori di malcontento aggiuntivi che incidono in maniera marcata.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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