Corte dei Conti: le società partecipate costano 26 miliardi all’anno
Le aziende partecipate pubbliche gravano sul bilancio dello Stato in maniera impressionante. Solo lo scorso anno, ad esempio, sono costate ai contribuenti italiani la bellezza di 26 miliardi di euro. È quanto emerge da un rapporto della Corte dei Conti, che invita la politica a elaborare al più presto “un disegno di ristrutturazione organico e complessivo”
La stessa Corte sottolinea anche un altro dato più che preoccupante preoccupante: un terzo delle 5.258 partecipate che dipendono dagli enti locali è in perdita e quindi per tirare avanti necessita di ulteriori elargizione pubbliche.
Nella relazione si evidenzia come le società partecipate dal pubblico in Italia siano in tutto 7.500: 50 dallo Stato e 5.258 dagli enti locali cui si sommano altri 2.214 organismi di varia natura (consorzi, fondazioni ecc). Il numero non è però definitivo, anzi è “variabile, in quanto le società sono soggette a frequenti modifiche dell’assetto societario”.
Secondo i giudici amministrativo-tributari, in ragione del loro peso finanziario e delle loro dimensioni economiche, le aziende partecipate “hanno un forte impatto sui conti pubblici, sui quali si ripercuotono i risultati della gestione, quando i costi non gravano sulla collettività, attraverso i meccanismi tariffari”.
Un mondo così variegato e ricco di implicazioni “richiederebbe una assoluta trasparenza del fenomeno ma la realtà è diversa”. L’assetto delle società è mutevole e soggetto a vicende che la Corte dei conti definisce “complesse”, e “spesso oscure”.
Da qui la richiesta di porre mano “ad un disegno di ristrutturazione organico e complessivo, che preveda regole chiare e cogenti, forme organizzative omogenee, criteri razionali di partecipazione, imprescindibili ed effettivi controlli da parte degli enti conferenti e dia a questi ultimi la responsabilità dell’effettivo governo degli enti partecipati”.