Rinnovo contratto statali e scuola: mancano i fondi per tutti
Rinnovo contratto statali e scuola: mancano i fondi per tutti.
Nonostante la pausa estiva, sul fronte rinnovo contratto statali non vige il silenzio. Il ministro Madia ha recentemente twittato l’auspicio che il rinnovo si chiuderà entro l’anno. Tuttavia, ci si chiede: con quali risorse? Tutto sarà deciso dal Ministero dell’Economia, che stanzierà fondi nella prossima Legge di Bilancio. Da qui saranno pescate le risorse necessarie per far fronte al rinnovo del contratto e agli aumenti stipendiali. Eppure non è solo questo il punto. Sul fronte scuola si lotta anche per una restituzione dignitaria del ruolo sociale. Le prospettive, anche a causa delle prime simulazioni, non sembrano però essere del tutto chiare.
Rinnovo contratto statali: mancano le risorse?
Stando alle nuove indiscrezioni del Giornale, al momento ci sarebbero solo 2 miliardi disponibili per il prossimo anno. Considerando però che già 1,2 miliardi erano stati stanziati dalla precedente Legge di Bilancio. La copertura effettiva, dunque, non raggiunge il totale auspicato di 5 miliardi di euro. Che sarebbe la somma sufficiente per garantire la copertura economica degli aumenti. C’è molto timore attorno a questo aspetto. Già gli aumenti sono stati chiamati “ritocchini”. Inoltre, la mancanza di sicurezza che le risorse vengano sbloccate. E che una questione che dura da ormai 8 anni, continui a essere procrastinata.
Rinnovo contratto statali: sindacati in prima linea
I sindacati temono per il futuro delle risorse. E si chiedono se saranno sufficienti la lotta all’evasione e la rottamazione delle cartelle esattoriali per il reperimento delle cifre necessarie. Molto intensa è la lotta verbale sul fronte scuola. Dopo le parole rabbiose di Marcello Pacifico (Anief), anche le altre sigle sindacali si accodano alla fila delle preoccupazioni. Forse più che giustificate.
Il segretario Uil Scuola Pino Turi ha parlato del ruolo del personale scolastico puntando il dito contro il Miur. “Mentre si prospetta un confronto contrattuale per decidere le misure di regolamentazione del contratto del personale della scuola, di questa si continua a parlare in modo vecchio. Come ammortizzatore sociale”. Il gran timore è quello di tornare a poco meno di 10 anni fa. Quando le critiche al personale scolastico portarono, sotto il governo Berlusconi, a un taglio di oltre 150 mila posti. Senza contare “gli oltre 8 miliardi destinati all’Istruzione, destinati ad altri capitoli di bilancio”. E questo non ha certo risolto le questioni in sospeso. E, infatti, “gli insegnanti italiani hanno continuato a essere i peggio pagati in Europa”.
Ora si aspetta la ripresa delle trattative per fine agosto. Ma l’impressione è il caldo estivo, sul fronte rinnovo contratto statali, possa prolungarsi anche in autunno.
RIMANI AGGIORNATO: ISCRIVITI AL FORUM DI TERMOMETRO POLITICO A QUESTO LINK