Reddito di Inclusione: graduatoria entro ottobre, boom Sardegna.
Sarà un autunno molto caldo per il Ministero dell’Economia. Tra reddito di inclusione e agevolazioni per le assunzioni, senza contare il rinnovo contratto statali e gli aumenti di stipendio. Obiettivo: far quadrare i conti. In modo tale da reperire le risorse necessarie per fare le riforme senza aumentare le tasse. Gli obiettivi prioritari del Mef, per il momento, sono agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. E, non meno importante, sostenere il reddito di inclusione per le persone più svantaggiate. In Sardegna, intanto, c’è stato un vero e proprio boom di richieste.
Reddito di inclusione: boom di richieste in Sardegna
Poco meno di 2 mila le richieste nel solo comune di Sassari. Ai primi giorni di settembre, o comunque entro ottobre qualora dovessero esserci ritardi, saranno pubblicate le graduatorie dei primi beneficiari del reddito di inclusione. Nello stesso periodo, inoltre, ci sarà anche il versamento della prima mensilità. In un solo mese, tra il 14 giugno e il 14 luglio, a Sassari sono arrivate quasi 1.900 domande. Il Comune adesso spera in altre risorse da distribuire, perché “permetterebbero di rispondere a un maggior numero di famiglie rispetto a quanto al momento disponibile”.
Questa è indubbiamente la fase più delicata del processo prima della pubblicazione. Vale a dire l’inserimento delle domande nel database. Anche in base alla priorità e alla precedenza. La complessità sta maggiormente nella comunicazione tra i vari reparti per la verifica dei dati e delle condizioni. Presupposti imprescindibili per rilasciare il reddito di inclusione sociale ai soggetti che ne hanno fatto domanda.
Reddito di inclusione: ultime notizie
Il sostegno al reddito di inclusione è una delle priorità su cui lavorerà il governo nel prossimo autunno. Se a settembre cominceranno a essere pubblicate le prime graduatorie per il Reis, a ottobre si saprà di più sulle risorse destinate alla spesa sociale. La spesa relativa al taglio del cuneo fiscale arriva fino a 2 miliardi di euro all’anno. Che per 3 anni arriverà a 6 miliardi. Questa la spesa per il triennio previsto dalla manovra.
Il reddito di inclusione costerà invece 1,6 miliardi di euro all’anno. Vale a dire, 4,8 miliardi di euro in 3 anni. Al momento la cassa delle risorse langue di circa 6,5 miliardi di euro per scongiurare l’aumento dell’Iva. Mancano alcuni dati per favorire una maggiore precisa economica. Tra questi, ad esempio, la crescita del Prodotto Interno Lordo, che verrà comunicata entro fine mese. Senza contare la rottamazione delle cartelle esattoriali e il nodo pensioni.
Insomma, la manovra che comprenderà il triennio 2018-2020 andrà a costare tra i 15 e i 20 miliardi di euro. Questo hanno fatto sapere fonti di governo. E tra le varie parti interessate dalle riforme autunnali c’è molta preoccupazione. L’impressione è che si prospetta un autunno di fuoco per il Paese.
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