Salario minimo Svizzera: e se ci fosse anche in Italia?
Salario minimo Svizzera: e se ci fosse anche in Italia?
Neuchâtel, cantone della Svizzera francofona avrà un salario minimo. Questo è quanto affermato da una sentenza del Tribunale federale in risposta ai numerosi ricorsi del mondo industriale rispetto al relativo referendum. Nel lontano 2011 nel cantone ha vinto il si per inserire un salario minimo di circa 20 franchi all’ora; equivalgono a circa 17 euro. Sebbene a noi possa sembrare incredibilmente alto, in Svizzera è pari a poco più della metà del salario medio; facendo una proporzione con il salario medio italiano dovrebbe aggirarsi sui 7,50 euro orari; non una cifra astronomica, eppure nel Belpaese sono in molti, a cominciare dai sindacati, a non vedere di buon occhio l’introduzione di un salario minimo.
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Salario minimo Svizzera: e se ci fosse anche in Italia?
I PRO
Cominciamo con il dire che in Italia, a differenza di altri paesi, esistono i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro, che in molti casi prevedono retribuzioni molto più basse rispetto ai 7,50 euro che abbiamo ipotizzato prima, nel settore tessile/abbigliamento ad esempio la paga più bassa prevista è di 6,60 euro l’ora; inutile dire che per i lavoratori che percepiscono queste paghe sarebbe un bel sollievo poter contare su qualche euro in più a fine mese, considerato che l’ammontare mensile di questa paga è di circa 1.141 euro contro i 1.297 euro che si avrebbero con il salario minimo di 7,50 euro l’ora, quindi oltre 150 euro in più in busta paga; questo sempre che l’ipotetico “minimo” valga anche per i contratti nazionali.
Nel Jobs Act era infatti previsto un salario minimo, anche se non ha avuto attuazione, ma esclusivamente per i lavoratori al di fuori dei CCNL così da creare una soglia di “protezione” dallo sfruttamento e dalla concorrenza sleale di chi è disposto ad accettare, costretto per necessità, stipendi da fame.
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I CONTRO
Naturalmente non tutti sono d’accordo. I detrattori del salario minimo avvertono che la sua introduzione potrebbe creare non pochi problemi a occupazione e consumi; l’introduzione di un salario minimo troppo alto infatti potrebbe portare alcune aziende a delocalizzare, o comunque a non assumere, inoltre aumentando il costo del lavoro si aumenta di conseguenza anche il costo del prodotto, andando così ad aumentare il costo della vita inficiando, anche se parzialmente, l’effetto dell’aumento di salario. Inoltre, alcune critiche vengono anche dai sindacati, i quali sostengono che sarebbe più efficace e equo per i lavoratori rientrare nei CCNL già esistenti.
CONCLUSIONI
L’Italia resta comunque tra i pochi paesi europei a non aver adottato un salario minimo, le discussioni rimangono perciò aperte e chi non ha un CCNL almeno per il momento si dovrà accontentare.
Nicola Bitozzi