Rinnovo contratto statali: aumento sanità forse in autunno?
Ormai non manca molto. A settembre, alla ripresa delle attività parlamentari, si aprirà la stagione del rinnovo dei contratti statali del Comparto Sanità. Il prossimo incontro dovrebbe avvenire già l’1 settembre; al tavolo ci saranno anche i rappresentanti del Comparto Istruzione. Il punto di svolta è arrivato qualche giorno fa quando il governo ha avallato l’atto di indirizzo sottoscritto dai rappresentanti del comparto.
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In esso sono state elencate le priorità da privilegiare in vista della contrattazione nazionale. Tra queste: uniformare le disposizioni contrattuali all’attuale quadro normativo e alla disponibilità di risorse; elaborare soluzioni che favoriscano la motivazione del professionista.
A darne notizia lo stesso presidente del Comitato di settore Regioni Sanità Massimo Garavaglia. A tal proposito, quest’ultimo ha precisato come il rinnovo debba essere considerato “uno strumento funzionale all’attuazione del Patto per la salute e per valorizzare il lavoro nel Servizio Sanitario Nazionale”. Ora, incassato il via libera dall’esecutivo, l’Aran potrà inaugurare la fase operativa del rinnovo.
Rinnovo contratto statali: aumento sanità forse in autunno?
La trattativa entrerà nel vivo solo nei prossimi mesi. Si annuncia comunque lunga e difficile. Il governo vorrebbe giungere a un accordo entro la fine dell’anno. In ogni caso, il nuovo contratto non potrà entrare in vigore prima del 2018. Infatti, l’operazione ha bisogno di nuovi fondi per garantire l’aumento di stipendio promesso; sarebbero da stanziare con la prossima Legge di Bilancio. Tuttavia, niente di certo su questo fronte, nonostante i 3-4 miliardi in più che finiranno nelle casse dello Stato in seguito all’aumento del Pil (+0,4% nel secondo trimestre rispetto al primo; +1,5% rispetto allo stesso periodo 2016). Il ministro Padoan ha puntualizzato che saranno prevalentemente indirizzati al taglio delle tasse per i giovani.
Detto questo, nell’atto di indirizzo gli altri snodi della negoziazione. In primis, il riassetto organizzativo con relativo riconoscimento delle nuove professioni sanitarie. Quindi, creazione di 4 aree funzionali: Sanitaria (infermieri; medici specialisti in ostetricia; tecnici della riabilitazione e della prevenzione; professionisti delle arti sanitarie ausiliarie); Integrazione sociosanitaria (OSS; assistente sociale; educatore); Amministrazione dei fattori produttivi (tecnici amministrativi); Ricerca. In quest’ottica, nasceranno le figure di Professionista Specialista ed Esperto. Saranno caratterizzate in base all’esperienza e alle competenze acquisite nel corso di carriera e studi. Tutto ciò, naturalmente, deve ancora essere definito con chiarezza.
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