Rinnovo contratto statali e scuola: riprendono i lavori.
A una settimana dalla fine della pausa estiva, emergono novità sul rinnovo contratto statali e scuola. Tra 8 giorni riprenderanno le riunioni tra la rappresentanza del governo e quella sindacale. E intanto l’Aran ha già ripreso i lavori per definire i nodi più importanti delle trattative. Le ultime notizie riguardano le parole del presidente dell’Aran Sergio Gasparrini. Ieri, in un’intervista al Messaggero, Gasparrini si è soffermato prevalentemente sul nodo malattie e assenze. L’Aran ha fatto sapere che si sta lavorando su manovre e misure per contrastare i furbetti. I sindacati sono però preoccupati per l’aumento degli stipendi, che dipenderà dalle risorse messe in campo.
Rinnovo contratto statali: malattie, assenze, permessi
Guerra ai furbetti. È tra le prime priorità del governo, per quanto riguarda il rinnovo contratto statali e scuola. Intervistato dal Messaggero, Gasparrini si è focalizzato su alcuni nodi centrali della questione. Permessi, assenze e malattie. Il governo starebbe studiando soluzioni per agire contro i furbetti e il deprecabile fenomeno dell’assenteismo. Tra le soluzioni proposte, spicca il blocco dei premi e dei bonus ai dipendenti che collezionano più assenze.
Tra le prime novità che emergeranno alla ripresa delle riunioni, ci saranno le regole su assenze e malattie volute dalla riforma PA. Le visite fiscali Inps per i controlli sulle malattie saranno tra i temi centrali. Stando alle parole di Gasparrini, la nuova normativa legata alle assenze sui nuovi contratti, non dovrebbe penalizzare i malati gravi e i beneficiari dei permessi della legge 104. Inoltre, si potrà continuare a usare i giorni di malattia retribuiti dopo il periodo di cura necessario, ai fini di un completo recupero fisico. Da qui si dovrà lavorare su un’organizzazione lavorativa più efficiente nei giorni in cui i suddetti dipendenti saranno fuori dal posto di lavoro.
Rinnovo contratto statali: nodo risorse (ancora)
Ovviamente, la questione che preoccupa più le parti interessate riguarda le risorse economiche. Saranno quelle che determineranno l’effettivo aumento degli stipendi. Finora, infatti, al di là del possibile sacrificio del bonus Renzi (e dei tentativi che si faranno per evitarlo), anche l’aumento medio di 85 euro lordi al mese è a rischio.
Il problema resta sempre quello: i soldi. La cui mancanza mette in pericolo l’aumento salariale, ma anche il possibile pagamento degli arretrati, auspicato soprattutto dai sindacati, e in particolare da Anief. Sarà quindi una settimana ricca di novità e polemiche, prima della ripresa dei tavoli di discussione. Un ricco antipasto, prima di un autunno molto caldo sul fronte delle discussioni.
RIMANI AGGIORNATO: ISCRIVITI AL FORUM DI TERMOMETRO POLITICO A QUESTO LINK