Concorso scuola 2018: 24 cfu tra i requisiti, come acquisirli

concorso scuola 2018

Concorso scuola 2018: 24 cfu tra i requisiti, come acquisirli

È arrivato il decreto del Miur sulle modalità di acquisizione dei 24 CFU necessari per partecipare al prossimo concorso della scuola. I Crediti Formativi Universitari o Accademici (CFA) dovranno essere conseguiti in discipline quali: pedagogia; pedagogia speciale e didattica dell’inclusione; psicologia; antropologia; metodologie e tecniche didattiche. Specificati nel testo i settori scientifico-disciplinari e gli obiettivi formativi.

Per decreto, i 24 CFU andranno acquisiti esclusivamente presso gli enti universitari; validi anche quelli conseguiti nel corso di master, dottorati, scuole di specializzazione. Chi è ancora all’interno di percorso universitario potrà semplicemente aggiungerli al proprio piano di studi. Chi è già laureato, invece, dovrà integrarli al costo massimo di 500 euro; sono previste delle riduzioni in base a reddito e numero di crediti da conseguire. Non più di 12 crediti potranno essere acquisiti online. Almeno 6 crediti dovranno essere conseguiti in almeno 3 dei 4 ambiti disciplinari indicati prima.

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Interessati dal provvedimento tutti gli aspiranti docenti non ancora abilitati che non abbiano maturato tre anni di servizio. Chi vincerà la selezione del 2018, prima di accedere all’insegnamento nella scuola secondaria, dovrà svolgere un periodo di formazione retribuito della durata di 3 anni (FIT). Per tutti gli abilitati e per chi ha più di 3 anni di servizio verranno previste delle selezioni con un minor numero di prove da superare.

Concorso scuola 2018: 24 cfu tra i requisiti, come acquisirli

Un meccanismo che suona come l’«ennesima presa in giro ai danni di una generazione già martoriata su più fronti» per Maria Giovanna Sandri di Sinistra Italiana.

Così ha proseguito sul suo profilo Facebook: “Ci siamo laureati tabelle ministeriali alla mano […] adesso che ci siamo laureati dobbiamo “recuperare” 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogico per poter partecipare (non vincere, eh!) al nuovo concorso abilitante. Perché? dite che così i futuri insegnanti sapranno insegnare, stare in aula. Insomma adesso noi sborsiamo altre centinaia di euro, perdiamo altri mesi di vita – o anni, rapporto di lavoro occasionale a 4-5 € l’ora permettendo – e superiamo esami come “Storia delle tradizioni enogastronomiche” o “Fondamenti di infermieristica” (questi alcuni degli insegnamenti incardinati ai settori scientifico-disciplinari previsti dal DM): risolto il problema della didattica in Italia. Ve lo chiedete mai quanto costano i vostri vuoti e falsi proclami elettorali, sulla pelle della gente? A tutti coloro che hanno scritto, firmato e sostenuto la Buona Scuola e il DM 24 CFU: dovreste farlo, chissà che per una volta non proviate il senso della vergogna”.

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