Riforme, al via la settimana decisiva. La maggioranza tiene in Commissione
Inizia oggi la settimana calda delle riforme istituzionali, Senato in primis. Ma non solo, visto che nelle intenzioni del governo c’è anche la volontà di rivedere il Titolo V della Costituzione.
Il provvedimento (che contiene entrambi i testi di riforma) è atteso in aula il 3 luglio e poco fa è iniziato il voto degli emendamenti e dei subemendamenti presentati alle proposte di modifica a firma dei relatori, Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega Nord). I due si sono incontrati questa mattina e, come ha confermato il senatore leghista, hanno “scaldato le candelette, adesso andiamo avanti come da programma”.
Per cominciare, è stato approvato a larga maggioranza l’emendamento Finocchiaro-Calderoli che recita: “Il parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica”. Non si chiamerà, quindi, ‘Senato delle Autonomie’. Approvato anche un subemendamento del Pd nel quale il Senato dà parere sulle nomine del governo come previsto dalla legge. Ok anche all’emendamento Finocchiaro-Calderoli che fissa in 5 (dagli iniziali 21 del testo originario del governo) il numero dei senatori di nomina presidenziale in carica per 7 anni e non più rinominabili.
Mettendo per un momento da parte il Titolo V, i nodi più grossi da sciogliere riguardano la riforma del Senato, con particolare attenzione alle questioni relative a elettività dei nuovi senatori e immunità degli stessi, punti sui quali per ora si è ben lontani dall’accordo. Sia il Pd che Forza Italia, infatti, sono divisi al loro interno, con le rispettive fronde guidate dai dissidenti Chiti e Minzolini che agitano lo spettro di un affossamento di tutto il patto.
È per questo che il premier Renzi e l’ex premier Berlusconi nelle prossime ore faranno il punto della situazione con i senatori dem e azzurri, cercando di riportare i dissidenti sulla “retta via” del patto del Nazareno. E non escluso che tra i due leader potrebbe tenersi un nuovo faccia a faccia (sarebbe il terzo da gennaio).
Intanto si muove anche il Movimento 5 Stelle che, per bocca del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, ha fatto sapere di essere pronto ad un nuovo incontro col Presidente del Consiglio da tenersi entro giovedì. Alla proposta di dialogo dei pentastellati ha replicato il neo presidente del Pd Matteo Orfini ospite a Rai3: “Se dopo un anno e mezzo di lavoro qualcuno cambia idea e vuole discutere insieme a noi delle riforme siamo felicissimi. Naturalmente si parte dal lavoro fatto in questi anni. Sulla legge elettorale io preferirei i collegi alle preferenze”.