Prezzo petrolio, previsioni negative, ecco le cause principali
Prezzo petrolio, previsioni negative, ecco le cause principali
E’ una questione di occhiali che si preferisce mettersi. Se quelli del breve periodo, o quelli del lungo.
Naturalmente la gran parte degli operatori e degli osservatori preferisce i primi. E così è evidente che i timori di un altro crollo del petrolio sono stati scongiurati. Questo oscilla intorno ai 50 dollari al barile da qualche tempo. Non oltre tuttavia, nonostante le intenzioni dell’OPEC.
E questo per alcuni motivi di segno opposto. Da un lato vi è il calo delle scorte di greggio negli USA, assieme alla diminuzione degli impianti di trivellazione. E la crescita della domanda in Medio Oriente e Cina.
D’altro canto invece vi è un costante aumento della produzione USA, che ha raggiunto il massimo di 9,5 milioni di barili al giorno. E ormai anche negli investitori si è un po’ persa la fiducia che gli accordi tra i Paesi OPEC sortissero l’effetto voluto. Anche perchè non ci sono solo gli USA a suonare la propria musica, ma anche Paesi come Nigeria e Libia.
Per chi invece preferisce gli occhiali de lungo periodo, poi, lo scenario cambia completamente
Prezzo petrolio, sarà crollo dal 2030?
Il sito oilprice.com prevede il grande crollo del prezzo del greggio dal 2030, con un picco nel 2040. La ragione? La crescita della produzione di auto elettriche e il miglioramento della tecnologia. I primi segni però si vedranno dal 2020. E fino ad allora potrebbe esserci effettivamente una crescita dei prezzi, frutto della volontà di praticamente tutti gli operatori. Tuttavia questa sarà anzi solamente un incentivo a maggiori investimenti nell’auto elettrica, nella sua tecnologia, quindi di fatto alla preparazione della strada per quel crollo del prezzo del petrolio che ora molti prefiguravano ma probabilmente con troppo anticipo.
Naturalmente previsioni di tale lunghissimo periodo per alcuni, e si può comprendere, lasciano il tempo che trovano. Ma sarà meglio considerarla, assieme alle altre
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