La Grecia, esempio mondiale: “I premi vadano al popolo”
Anche se non alzeranno nessuna coppa al cielo come dieci anni fa ( Europei del 2004 in Portogallo ), la Grecia celebrerà lo stesso i suoi eroi di ritorno dall’avventura brasiliana. Ad Atene, così come in tutta la penisola ellenica, tutto è pronto per riabbracciare i ragazzi di Fernando Santos dopo l’incredibile risultato raggiunto in Brasile. Alla vigilia di questi Mondiali, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla Grecia, inserita in un gruppo infernale e con una rosa non proprio all’altezza di una competizione intercontinentale.
“GIOCHIAMO PER IL POPOLO” – Sono davvero poche le lacrime che si vedono nelle piazze e nei bar di tutto il paese, dopo che il sogno ellenico si è infranto ai calci di rigore contro il Costa Rica, squadra rivelazione di questi campionati del mondo. Tutta la Grecia, anzi, è orgogliosa dei suoi ragazzi che hanno impartito al mondo del calcio, così estraneo ai problemi della quotidianità, una lezione, chiamatela pure di vita.
“Giochiamo per la Grecia”, hanno scritto i 23 di Santos al premier Antonis Samaras poche ore prima del match contro i centroamericani, “non vogliamo il premio per aver raggiunto gli ottavi, ma vogliamo che questi soldi vengano utilizzati per costruire qualcosa che possa servire a tutto il popolo greco, un centro d’allenamento ad esempio”. Insomma, in tempi di crisi gli atleti greci non ne vogliono proprio sapere di arricchirsi, ma vogliono aiutare chi sta peggio. Chissà se altre nazionali seguiranno l’esempio, evitando ricchi premi e rimettendo tutto quanto percepito nelle casse delle federazioni calcistiche.