Rinnovo contratto statali e scuola: bonus 80 euro, necessari 125 milioni.
La pausa estiva è terminata e da ieri sono riprese le trattative sul rinnovo contratto statali. Anche se la data da segnare sul calendario è quella di giovedì 31 agosto 2017. Questo sarà il giorno in cui le rappresentanze governative e sindacali riprenderanno le discussioni sulle funzioni centrali. I nodi da scogliere sono quelli dei permessi e della normativa disciplinare. All’inizio della prossima settimana, invece, gli attori protagonisti saranno sanità, istruzione e ricerca e funzioni locali. Attorno a questi tavoli si discuterà delle promesse fatte dal governo lo scorso 30 novembre 2016. L’obiettivo è quello di concludere al più presto, in modo da far partire gli aumenti di stipendio già dai primi mesi del 2018. Intanto, però, sono già emerse notizie importanti sul bonus 80 euro. Per non sacrificarlo serviranno ben 125,3 milioni di euro.
Rinnovo contratto statali: taglio bonus 80 euro, quanto serve?
Sono 363 mila i dipendenti pubblici che potrebbero assistere al taglio del bonus Renzi da 80 euro con l’aumento salariale di 85 euro lordi. Sono tutti quei soggetti il cui reddito annuale potrebbe superare i 26 mila euro. Per non sacrificarlo, serviranno ben 125,3 milioni di euro. Questo è stato il primo calcolo dell’Aran, presentato nella giornata di ieri alle parti sindacali. Ciò significa che servirebbero almeno 3,70 euro al mese per dipendente. Ovvero, poco più di 44 euro all’anno a testa.
La giornata di ieri ha aperto ufficialmente l’autunno delle trattative, che si preannuncia bollente. Si è parlato delle questioni generali, riguardanti tutti i dipendenti pubblici. Giovedì 31 agosto sarà la volta delle amministrazioni centrali, quindi, dalla prima settimana di settembre, si parlerà di scuola, sanità ed enti locali. A preoccupare i sindacati e le parti interessate il nodo risorse. Queste ultime, infatti, devono ancora essere stanziate. E c’è preoccupazione per quei 363 mila dipendenti che potrebbero vedersi annullato il bonus da 80 euro. Per loro, il tanto atteso aumento potrebbe trasformarsi in un ritocchino di appena 5 euro.
Rinnovo contratto statali: le ultimissime notizie
Una proposta di soluzione c’è e viene dal segretario confederale Uil, Antonio Foccillo. La sua proposta consiste nel defiscalizzare i premi di produttività. Questo potrebbe eliminare alla radice il problema del taglio al bonus 80 euro. Attualmente, il salario di produttività rientra nel reddito, pertanto è soggetto a tassazione. Nel settore privato, invece, i premi di produttività sono esentasse. Se nel pubblico impiego si attuasse la stessa norma del privato relativamente al salario di produttività, si potrebbe superare questo problema.
Lo stesso Foccillo ha affermato che “ci sono settori in cui il salario di produttività rappresenta il 38% dello stipendio”. Da qui la possibilità di defiscalizzarlo che porterebbe enormi vantaggi senza intaccare l’aumento stipendiale dei dipendenti pubblici. E accontenterebbe tutte le parti. Bisognerà però aspettare i prossimi giorni per avere altre novità a riguardo. Sperando per i dipendenti pubblici e i sindacati che siano novità positive.
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