Naspi 2017: infortunio e malattia esclusi dal calcolo, le ultime
Naspi 2017: infortunio e malattia esclusi dal calcolo, le ultime
Con il messaggio 2875/2017, l’Inps fornisce delucidazioni riguardo ai requisiti di accesso alla Naspi. Con il messaggio, l’Istituto dichiara la neutralizzazione di tutti i periodi di infortunio e malattia per il calcolo della Nuova Assicurazione per l’Impiego.
Per il conseguimento della Naspi, il lavoratore deve aver maturato 13 settimane di contribuzione negli ultimi 48 mesi, oltre ad aver accumulato almeno 30 giorni di lavoro nell’anno precedente.
Già nella circolare n. 94 del 2015, l’Inps indicava che, ai fini della determinazione del sussidio, i periodi di malattia e infortunio sul lavoro non erano da considerarsi utili. Questi dovevano, dunque, essere neutralizzati. La neutralizzazione consentiva di retrodatare il periodo di ricerca delle settimane contributive e dei 30 giorni effettivi di lavoro nei 12 mesi antecedenti la disoccupazione. Tuttavia, continuava l’Inps nella circolare, derogava tale principio il caso in cui si presentava l’integrazione della retribuzione da parte del datore di lavoro.
Naspi 2017: infortunio e malattia esclusi dal calcolo, le ultime
Con la successiva circolare n.142 del 2015, l’Inps estendeva il principio della neutralizzazione. Si comprendevano così anche i periodi di malattia con integrazione parziale della retribuzione a carico del datore di lavoro.
Nel messaggio 2875/2017 l’Inps generalizza definitivamente il principio. I periodi di malattia con integrazione della retribuzione a carico del datore di lavoro da considerarsi “neutri” includono anche le ipotesi in cui la retribuzione inerente al periodo di malattia del lavoratore sia interamente a carico del datore di lavoro. Pertanto, anche questa condizione produce un corrispondente ampliamento del periodo di calcolo.
In conclusione, tutti i periodi di malattia e di infortunio sono da considerarsi eventi “neutri”. Dunque, ognuno di essi determina un ampliamento temporale per il calcolo dei requisiti della Naspi. Ovvero, le tredici settimane di contribuzione negli ultimi quattro anni, e le trenta giornate di effettivo lavoro negli ultimi dodici mesi che precedono la cessazione del rapporto di lavoro.
La tabella sottostante mostra la modalità di valutazione da parte dell’Inps dei due requisiti (contributivo e delle 30 giornate) per l’accesso al sussidio Naspi.
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