Assunzioni giovani 2018: come funzionano, la guida
Assunzioni giovani 2018: come funzionano, la guida
Presente anche il capitolo assunzioni giovani nel confronto tra le parti sindacali ed il Ministero del Lavoro che si svolgerà tra oggi e domani. L’obiettivo del governo è il rilancio dell’occupazione giovanile con 300 mila posti di lavoro in più per il 2018.
A dirlo è stato, nei giorni scorsi, il consigliere economico di Palazzo Chigi Marco Leonardi. Confermando quanto già detto dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti. “È una previsione razionale, ragionevole, anche grazie alla mobilità del mercato del lavoro” aveva detto Poletti ai giornalisti a margine dell’intervento al meeting di Cl a Rimini.
Un obiettivo a cui si dovrebbe arrivare con uno stanziamento di 2 miliardi di euro. Il tutto, però, sarà trattato più nel dettaglio nella prossima Legge di Bilancio. La misura è ancora al vaglio dei tecnici che hanno indicato all’Ansa le linee guida.
Assunzioni giovani: sgravi per chi assume e non licenzia
Innanzitutto, gli sgravi fiscali per le aziende che assumono ma non licenziano. In pratica, l’impresa che assume un giovane con meno di 29 anni a tempo indeterminato può beneficiare degli sgravi solo se non licenzia altri dipendenti.
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Ciò vale nei sei mesi precedenti all’assunzione e nei sei mesi successivi ad essa. La misura, insomma, non intende basare gli sgravi sull’occupazione aggiuntiva ma sulla non sostituzione del personale. Come ricorda il Sole 24 Ore, infatti, l’occupazione aggiuntiva voluta dal governo Letta aveva incoraggiato le assunzioni solo timidamente. L’idea di fondo ha poi spiegato Poletti è quella di evitare i “comportamenti furbeschi”.
Assunzioni giovani: secondo nodo è la decontribuzione strutturale
Secondo nodo delle misure prese in considerazione dal governo è quello della decontribuzione strutturale. In pratica, nei due o tre anni immediatamente successivi all’assunzione a tempo indeterminato, ci sarà una riduzione dei contributi versati e della fiscalizzazione. Obiettivo: favorire l’occupazione pur non gravando sulle pensioni future.
Allo studio dei tecnici, come ricorda sempre il Sole, ci sarebbe lo sgravio del 50% sui contributi versati fino ad un tetto massimo di 3.250 euro. Continua il quotidiano economico, i destinatari dovrebbero essere sempre i giovani al di sotto dei 29 anni. Ma non è detto.
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Come ha spiegato il ministro del Lavoro Poletti al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, si sta valutando l’età massima entro cui far valere i benefici. “È un tema che dobbiamo vedere perché abbiamo anche una regolamentazione europea da rispettare, per evitare discriminazioni a livello di età”.
L’idea, comunque, è di estendere l’età a 32 anni dagli attuali 29. Al vaglio, aveva sottolineato il ministro, anche l’ipotesi di una “pensione di garanzia” per i giovani; mentre per quel che concerne l’ulteriore estensione dell’età pensionabile in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita dovrà essere valutato a settembre. Ovvero quando si avranno a disposizione i dati Istat.